Aumenta l’età media dei lavoratori: si accentua il pay gap generazionale 

Dai 35,8 anni del 1985 ai 42,7 anni nel 2019 in Italia l’età media dei lavoratori è in costante crescita, e i giovani si trovano alle prese con un mercato del lavoro sempre più anziano. E con un gap salariale a favore dei più anziani salito tra il 1985 e il 2019 del 19%. Uno studio allegato all’ultimo Rapporto annuale Inps firmato dagli economisti Nicola Bianchi, della Northwestern Kellogg School of Management, e Matteo Paradisi, dell’Einaudi Institute for Economics and Finance, sottolinea come la conseguenza di un progressivo invecchiamento dei lavoratori mostri infatti questo risvolto inaspettato. “La maggiore offerta di lavoratori più anziani non ha frenato la crescita del loro salario rispetto ai lavoratori più giovani – si legge nel rapporto -. Anzi, il divario salariale per età si è notevolmente ampliato a favore dei lavoratori più anziani”. 

Una tendenza non solo italiana

Si tratta di un gap salariale che l’Italia condivide, seppure in termini meno spiccati, anche con altri Paesi. Il divario salariale è infatti aumentato del 10% a favore dei lavoratori anziani anche negli Stati Uniti, dell’11% nel Regno Unito (1997-2019) e del 17% in Danimarca (1997-2019). Ma anche la Germania registra un pay gap di questi livelli. Anzi, considerando l’ampio campione di lavoratori e imprese italiane e tedesche, lo studio registra come “l’allargamento del divario salariale per età sia associato a un rallentamento delle carriere dei lavoratori più giovani, mentre quelle dei lavoratori più anziani sono migliorate”.

Stipendi e posizioni alte quasi irraggiungibili agli unders

Dal 1985 al 2019, infatti, “la probabilità che i lavoratori più giovani si trovassero nel quartile più alto della distribuzione dei salari è diminuita del 34%, mentre la stessa probabilità, per i lavoratori più anziani, è aumentata del 16%”. Inoltre, la probabilità che i lavoratori più giovani ricoprano posizioni manageriali “è diminuita di due terzi tra il 1985 e il 2019, mentre è aumentata dell’87% tra i lavoratori più anziani”.

Largo ai giovani? Non ancora…

Tra le cause che alimentano il divario salariale gli economisti sembrano propensi a indicare, almeno dal 2005 a oggi, il crescente utilizzo delle esternalizzazioni cui ricorrono le imprese. Ma anche, riporta Adnkronos, per quanto riguarda la mancata carriera dei giovani in Italia, una diminuzione della produttività aziendale insieme a un aumento dell’età pensionabile. I lavoratori più anziani, dunque, “hanno esteso le loro carriere occupando le loro posizioni apicali più a lungo – aggiunge lo studio -, impedendo ai lavoratori più giovani di raggiungere le posizioni meglio retribuite”.

Settimana corta: in tanti Paesi sperimentarla è la regola 

Nel nostro Paese non esiste ancora una normativa sulla Four Days Week, la settimana lavorativa di quattro giorni, ma alcune aziende hanno volontariamente ridotto l’orario di lavoro. E di recente Intesa Sanpaolo ha offerto ai suoi 74mila dipendenti la possibilità di concentrare il monte ore settimanale su quattro giorni anziché cinque, e di estendere lo smart working fino a 120 giorni l’anno. Uno dei primi paesi a testare tra il 2015 e il 2019 la Four Days Week per 35-36 ore di lavoro è stata l’Islanda. E i risultati sono stati buoni, con le imprese che hanno registrato una maggior produttività e l’86% dei dipendenti che ha scelto i quattro giorni all’insegna del ‘meno stress’. Anche la Svezia, gli Stati Uniti e il Giappone stanno sperimentando l’adozione di questa formula lavorativa. Insomma, esperimento dopo esperimento, la Four Days Week sta diventando realtà.

In Gran Bretagna coinvolte 61 imprese

Ma è in Gran Bretagna che è stato condotto il test più corposo. Tra giugno e dicembre dell’anno scorso hanno sperimentato la Four Days Week 61 imprese con quasi tremila dipendenti: aziende di software, di recruitment, industrie, società no profit e di ristorazione. I risultati sono andati al di là di ogni aspettativa. Delle 61 che avevano iniziato il test, 38 hanno esteso la sperimentazione della settimana corta e 18 hanno deciso di adottarla per sempre. E anche la Spagna nell’autunno del 2021 ha avviato un test triennale, con l’obiettivo di ridurre a 32 ore su quattro giorni la settimana lavorativa. 

I benefici della Four Days Week

In Nuova Zelanda invece le sperimentazioni sono iniziate nel 2018, introdotte da società come Unilever e poi rilanciate dal Governo, mentre il Belgio nel 2022 ha introdotto la settimana corta ma senza tagliare le ore. L’idea è stata di concentrarle in quattro giorni previo accordo tra datore di lavoro e dipendente, con un periodo di prova di sei mesi. Ma quali sono i vantaggi? I benefici della Four Days Week sono innegabili. Al di là della miglior produttività e del benessere del dipendente, non vanno dimenticati quelli ambientali. Lavorare quattro giorni anziché cinque per i pendolari significa risparmiare chilometri e per le aziende utilizzare meno energia elettrica e riscaldamento.

Qualche difficoltà da superare

Digitale a parte, in alcuni settori tradizionali rimodellare l’intera organizzazione su quattro giorni non è sempre facile. Come segnala l’Osservatorio del Politecnico di Milano, vanno anche considerati gli impatti sui processi operativi e sulla necessità di coordinamento tra chi lavora quattro e chi cinque giorni, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda.  Poi ci sono Paesi, come l’Italia, dove si lavora molto in termini di ore, ma con un basso livello di produttività. Quindi, riporta Ansa, l’introduzione della settimana breve andrebbe accompagnata a misure in grado di aumentare una produttività finora poco brillante.

Google rincorre Microsoft con Magi e un nuovo motore di ricerca

Google continua la rincorsa nei confronti di Microsoft, che sta integrando le soluzioni di OpenAI nel proprio motore di ricerca Bing, e in futuro lancerà una versione di Office con assistente AI. Secondo quanto rivelato dal New York Times a maggio bigG lancerà nuovi strumenti basati sull’AI, tra cui nuovi tool dal nome in codice ‘Magi’ basati sull’adozione della AI generativa nella vita quotidiana, come ha già cercato di fare con il progetto Bard, e un nuovo motore di ricerca. L’obiettivo di Bard e della AI applicata a Google è rendere più semplice e intuitivo l’accesso a informazioni complesse, traducendo domande formulate in linguaggio naturale in query di ricerca più precise, e restituire risultati pertinenti in modo efficiente, riporta Adnkronos.

Magi sarà ufficializzato all’I/O 2023?

Secondo il New York Times Google sarebbe quindi al lavoro su due progetti paralleli legati al proprio motore di ricerca. Oltre a quello noto internamente con il nome in codice Magi, che punterebbe all’integrazione di funzionalità basate sull’AI nel servizio già online, il secondo porterebbe al lancio di una piattaforma completamente inedita. La prima iniziativa, Magi, dovrebbe essere ufficializzata forse in occasione dell’evento I/O 2023, con l’avvio di una fase di test strutturata in modo da coinvolgere un piccolo gruppo di utenti. Stando a quanto trapelato, grazie alle novità introdotte, chi naviga dovrebbe poter completare transazioni come l’acquisto di un prodotto o la prenotazione di un viaggio direttamente dall’interfaccia del servizio, senza passare dai siti di terze parti.

Un occhio a ChatGPT e uno all’advertising 

Sarebbero oltre 160 i dipendenti già al lavoro a tempo pieno per far sì che la visione si possa concretizzare in tempi brevi. Tra le funzionalità integrate, anche quella che permetterebbe di scrivere codice sulla base di una richiesta ricevuta. In estrema sintesi, qualcosa di simile a quelle che oggi sono le potenzialità di ChatGPT e di altri strumenti della stessa categoria. A condire il tutto, l’immancabile dose di advertising che permetterebbe alla società di evolvere e rafforzare il proprio business legato alle inserzioni pubblicitarie.

Un nuovo motore di ricerca, potenziato e personalizzato

Come già detto, ci sarebbe poi un motore di ricerca tutto nuovo e potenziato da strumenti di AI. Le fonti dell’indiscrezione lo descrivono così: “Il nuovo motore di ricerca offrirebbe agli utenti un’esperienza molto più personalizzata rispetto all’attuale servizio della società, provando ad anticipare le loro esigenze”.
Nessuna tempistica indicativa per il lancio, riferisce Punto Informatico, perché in questo caso lo sviluppo sarebbe ancora nelle prime fasi. Le informazioni trapelate fanno riferimento a una modalità d’interazione basata sulla conversazione, richiamando dunque di nuovo alla mente le dinamiche tipiche dei chatbot (come già avviene per il nuovo Bing potenziato da GPT-4). È forse in questo ambito che il progetto Bard potrà esprimere tutte le sue potenzialità,

La sostenibilità guida le scelte individuali degli italiani

Anche le azioni più piccole hanno le potenzialità per cambiare il mondo. I comportamenti individuali hanno un peso, e per quanto riguarda la sostenibilità a tavola ogni scelta in ambito di alimentazione, ma non solo, può avere un impatto sul Pianeta. Essere quello che si mangia non influenza solamente il singolo individuo, ma anche chi lo circonda e l’ambiente. In occasione del World Earth Day del 22 aprile, HelloFresh.it ha commissionato una ricerca sulla consapevolezza degli italiani in ambito di sostenibilità, e quali sono i comportamenti che mettono in atto tutti i giorni.

Efficienza energetica, viaggi green e riciclo

La consapevolezza e i conseguenti comportamenti sostenibili degli italiani hanno avuto un’evoluzione stabile e positiva. Partendo dalla quotidianità, l’efficienza energetica degli elettrodomestici si dimostra essere un aspetto fondamentale. Le ricerche online a tal proposito sono cresciute dell’800%, seguite dalla componente green dei viaggi (+400%), e dell’abbigliamento (+250%). L’impegno del singolo non si limita esclusivamente alla fase di acquisto, ma coinvolge anche il riciclo dei materiali. L’attenzione nei confronti della raccolta differenziata si attesta in crescita, infatti le ricerche per il corretto smaltimento dei rifiuti sono aumentate del 162%. 

Stagionalità degli ingredienti e origine degli alimenti

Soprattutto ai fornelli la sostenibilità rappresenta una priorità importante. Sempre più italiani si chiedono come cucinare in modo sostenibile, con un incremento del 200% delle ricerche online. Particolare interesse anche per quanto riguarda la stagionalità degli ingredienti, un elemento imprescindibile per l’80%. Ma quando si tratta di scelte d’acquisto consapevoli, anche l’origine degli alimenti ricopre un ruolo preponderante, infatti le ricerche per questa categoria hanno subito un aumento del 125%, segnale dell’importanza che riveste la filiera corta al momento degli acquisti.

Un aiuto a evitare gli sprechi

“La direzione delle scelte consapevoli degli italiani è chiara e vira sempre più verso la sostenibilità – commenta all’Ansa Giulietta Arioli, Responsabile dello sviluppo prodotto, ingredienti e ricette di HelloFresh Italia -. Ad esempio, consegnare direttamente a casa una box contenente le ricette selezionate con tutti gli ingredienti già pre-porzionati nelle giuste quantità aiuta i nostri utenti a evitare a monte gli sprechi. Lavoriamo, inoltre, per limitare le emissioni indirette di anidride carbonica, utilizzando imballaggi prevalentemente in materiale riciclabile e solo nella quantità indispensabile per garantire la freschezza degli ingredienti. Ci impegniamo inoltre a prediligere prodotti di stagione e a ridurre le distanze tra produttori, prevalentemente locali, e i nostri centri logistici, così da minimizzare i chilometri da coprire”.

Italiani sempre più allergici. Colpa del clima?

Entro la metà del secolo oltre il 50% della popolazione sarà allergica, e nello scenario futuro non si profilano miglioramenti. 
“Attualmente, secondo l’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EAACI), sono 100 milioni i cittadini europei che soffrono di rinite allergica e 70 milioni di asma – spiega Lorenzo Cecchi, Presidente AAIITO, Associazione Allergologi e Immunologi Territoriali e Ospedalieri – due malattie spesso associate, tanto che possiamo affermare che oltre il 90% degli asmatici ha anche la rinite e metà delle persone che hanno la rinite ha l’asma”.
Poiché le allergie respiratorie sono provocate da allergeni che entrano in contatto con l’organismo attraverso l’aria respirata, la correlazione tra inquinamento atmosferico/smog e aumento delle patologie allergiche è immediata.

L’inquinamento contribuisce a danneggiare la barriera epiteliale

“Ciò è dovuto alla sinergia dannosa tra inquinanti, pollini e allergeni – continua Cecchi -. Gli inquinanti, da un lato, danneggiano la mucosa e facilitano la maggiore penetrazione dei pollini, e dall’altro, aumentano l’allergenicità degli stessi”.
A questo si aggiungono gli effetti dei cambiamenti climatici, in particolare l’aumento della temperatura, che anticipa le stagioni di fioritura delle piante e prolunga quella delle graminacee e della parietaria. L’inquinamento, inoltre, contribuisce al danneggiamento della cosiddetta ‘barriera epiteliale’. “Un muro – aggiunge Cecchi – dove al di sotto si trova il sistema immunitario, come se fosse uno scudo che filtra ciò che arriva dall’esterno, limitando il numero di sostanze che entrano in contatto col sistema immunitario”.

Non solo predisposizione genetica

Le circa 350.000 sostanze che l’uomo ha introdotto nell’ambiente negli ultimi 60-70 anni provocano la sconnessione della barriera epiteliale e la conseguente penetrazione di allergeni, sostanze inquinanti, irritanti e microorganismi. Il danneggiamento della barriera epiteliale provoca e alimenta l’infiammazione, fonte di malattie allergiche e altre malattie croniche.
“Nonostante sia indiscutibile la predisposizione genetica alle allergie respiratorie è possibile anche affermare – sottolinea Cecchi – che si può diventare allergici. È la cosiddetta ipotesi igienica, secondo cui le persone in contatto con gli agenti patogeni hanno meno probabilità di essere allergiche, come ampiamente studiato nei bambini che nascono in contesti rurali rispetto ai loro coetanei che vivono in città”.

L’equilibrio tra batteri dell’ambiente e sistema immunitario

“In pratica nell’ambiente rurale si mantiene maggiormente l’equilibrio tra i batteri dell’ambiente e il nostro sistema immunitario, equilibrio che si è realizzato in milioni di anni di convivenza. Questo spiega perché nel mondo occidentale ci sono più malattie allergiche rispetto ad altri Paesi meno sviluppati”, spiega il medico.
Attenzione, riporta Askanews, anche agli allergeni indoor, come acari della polvere e forfora degli animali da compagnia. In questo caso, meglio utilizzare fodere anti-acari per materassi e cuscini, lavare gli animali una volta alla settimana e tenerli lontano da divani, mobili imbottiti, e camere da letto. 

Assegno Unico Figlio: a chi spetta e cosa cambia nel 2023?

L’Assegno Unico Figlio è un contributo introdotto dal Governo per fornire un sostegno alle famiglie con figli: spetta infatti a tutte le famiglie con figli a carico di età compresa tra 0 e 21 anni. Inoltre, unifica gli assegni familiari, e sostituisce il Bonus Bebè, il Bonus Nido e il Bonus Asilo Nido.
L’Assegno viene erogato in base al reddito familiare e alla composizione del nucleo familiare. In particolare, viene erogato alle famiglie in base al reddito ISEE, ma se non si presenta l’ISEE si avrà diritto automaticamente all’importo minimo dell’assegno, pari a 50 euro al mese per figlio.

La domanda va presentata ogni anno?

Ancora oggi però permane qualche dubbio sull’Assegno Unico Figlio. Le famiglie italiane, soprattutto all’inizio dell’anno, si chiedono se debbano rifare la domanda ogni anno. E la risposta è no: se si ha inoltrato la domanda per l’Assegno Unico nel 2022 non è necessario rifarla nel 2023, poiché si rinnova automaticamente. I dubbi probabilmente sono dovuti a due fattori principali. Il primo risiede nel fatto che l’Inps nel mese di marzo ha pagato gli arretrati dell’Assegno Unico di gennaio, e quindi pochi giorni fa diverse famiglie si sono viste accreditare una piccola parte di denaro (da 8 euro circa in su). Questo a molti ha fatto pensare che si fosse esaurito il bonus, e che quindi fosse necessario rifare la domanda. In realtà l’Inps ha semplicemente erogato gli arretrati che non ha pagato a gennaio 2023.

Come richiederlo?

L’altro fattore che potrebbe aver scatenato alcuni dubbi è un’email inviata dall’Inps dal titolo ‘INPS Servizi Proattivi‘, che altro non è se non la possibilità di ricevere notifiche dall’Istituto di previdenza per futuri bonus e agevolazioni. In ogni caso, per chi non avesse ancora fatto richiesta, la domanda per l’Assegno Unico Figlio può essere effettuata tramite il sito web dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.  Per effettuare la domanda è necessario accedere all’area riservata del sito, selezionare l’opzione ‘Assegno Unico Figlio’ e compilare il modulo online. È possibile presentare la domanda anche tramite l’Inps Contact Center, al numero verde 803.164, o tramite il patronato.

Previsti aumenti nell’importo

A partire dal 2023, sono previste alcune novità per l’Assegno Unico Figlio. In particolare, il sussidio verrà aumentato e saranno erogati gli arretrati per il periodo dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2022.
L’aumento dell’Assegno Unico Figlio è stato inserito nella Legge di Bilancio 2022, ed è destinato a fornire un ulteriore sostegno alle famiglie italiane. Coloro che hanno già fatto la domanda per l’Assegno Unico Figlio nel 2022 non devono fare altro se non inviare l’ISEE nuovo, ma solo se quest’ultimo è cambiato rispetto allo scorso anno. Inoltre, per i nuclei familiari che non hanno presentato l’ISEE nel 2022, l’INPS effettuerà il calcolo dell’ISEE ordinario per il 2023.

Gli italiani alle prese con il futuro, fra strategie di risparmio e incertezze 

È quanto emerge dalla prima rilevazione dell’Osservatorio Changing World di Nomisma: un italiano su 4 spende tutto quello che guadagna, e il 26% delle famiglie teme concretamente di non arrivare alla fine del mese. Ma il 38% degli italiani che risparmiano lo fanno perché condizionati da un futuro che percepiscono come incerto.
“Per comprendere il mondo in cui viviamo e anticipare quello in cui vivremo Nomisma ha lanciato l’Osservatorio Changing World che, attraverso rilevazioni bimestrali su un campione rappresentativo di italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni, consentirà di interpretare e anticipare i cambiamenti sociali in corso e indagare aspettative, valori, bisogni e modelli di acquisto dei cittadini”, spiega Valentina Quaglietti, Senior Project Manager e Responsabile Osservatori Cliente di Nomisma.

I consumatori iniziano ad avvertire la diminuzione del potere d’acquisto

Pandemia, conflitto russo-ucraino, impennata dei costi dell’energia e rialzo dell’inflazione sono i principali fattori che negli ultimi tre anni hanno colpito gli ecosistemi economici, produttivi e sociali, generando un diffuso clima di incertezza. Questo si riflette sui consumatori, che iniziano ad avvertire la diminuzione del loro potere d’acquisto. Un dato confermato dall’ultima rilevazione Istat, che ha visto le vendite al dettaglio diminuire dello 0,8% in volume.

Limitare gli acquisti all’essenziale

Dall’Osservatorio emerge come nell’ultimo anno l’88% delle famiglie italiane abbia adottato alcune strategie di risparmio per far fronte al rincaro dell’energia e all’aumento generale dei costi, fattori che incidono sulle scelte di acquisto. 
“Entrando nel dettaglio dell’indagine, vediamo che per contenere gli effetti dell’inflazione sul budget familiare, gli italiani optano per strategie di decluttering del carrello: riducendo gli sprechi (58%), rinunciando a prodotti e servizi ritenuti superflui (45%), e limitando gli acquisti a voci di spesa davvero essenziali (40%). A questo aspetto si unisce la ricerca di offerte e promozioni (51%)”, osserva Valentina Quaglietti, Senior Project Manager e Responsabile Osservatori Cliente di Nomisma.

Per molti tutto il budget famigliare è destinato alle spese fisse

Nonostante gli sforzi di contenimento delle uscite, il 14% degli intervistati ritiene di guadagnare meno di quanto avrebbe bisogno per sostenere le spese necessarie. Peraltro, il 25% degli italiani, per far fronte ai costi e agli imprevisti legati alle utenze, all’abitazione e all’alimentazione si ritrova a spendere tutto il budget familiare a disposizione, senza potersi permettere altro. Il 7% rinuncia al risparmio per acquistare beni e servizi non strettamente necessari, ma che consento di condurre una vita in qualche modo più agiata. Il 54%, invece, riesce ad accantonare qualcosa, senza dover fare troppe rinunce, in virtù di una spesa minore rispetto alle sue entrate.

È arrivato il primo software che assembla il Dna in appena due giorni

Si chiama Verkko, parola che in finlandese significa ‘rete’, ed è il primo software in grado di assemblare un intero Dna in pochi giorni, senza ‘buchi’ e senza errori, a partire proprio da quello dell’uomo.  Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, è stato ottenuto dai ricercatori del National Institutes of Health (NIH), l’agenzia americana per la ricerca sulla salute.
Ora che Verkko è ‘pronto’ promette di imprimere una forte accelerazione nel campo della ricerca, non solo per il genoma umano, ma anche per quello di tante altre specie, oltre ad aprire la strada a una serie di applicazioni nella medicina personalizzata.

Ottenere automaticamente una sequenza completa del genoma umano

La ‘nascita’ del software ha preso avvio dal progetto internazionale Telomere-to-Telomere (T2T), che lo scorso anno ha pubblicato la sequenza più completa e senza lacune del genoma umano.
“Abbiamo preso tutto ciò che abbiamo imparato nel progetto T2T e automatizzato il processo – ha spiegato Sergey Koren, che ha coordinato lo studio -. Ora con Verkko basta premere un pulsante per ottenere automaticamente una sequenza completa del genoma”.
Di fatto, mentre i ricercatori del progetto T2T hanno impiegato anni per completare manualmente quell’8-10% del Dna umano che era rimasto ancora all’oscuro, il software Verkko adesso è in grado di completare lo stesso procedimento solamente in un paio di giorni.

È un po’ come completare un puzzle

Assemblare un’intera sequenza di Dna è un po’ come completare un puzzle nel quale i pezzi possono essere piccoli e dettagliati, oppure grandi ma poco precisi. In pratica, Verkko inizia mettendo insieme i pezzi più piccoli, creando molti segmenti disconnessi tra loro. A questo punto, il software confronta le regioni già assemblate con i pezzi più grandi che ha a disposizione, ovvero, quelli che servono da ‘cornice’ per mettere in ordine le varie parti.

Un sistema che ricostruisce interi cromosomi velocemente

Il prodotto finale è quindi una sequenza genomica dettagliata e completa. I ricercatori hanno già testato le capacità di Verkko con sequenze umane e non, constatando la velocità e la precisione con cui il sistema ha ricostruito interi cromosomi, un compito che un tempo rappresentava un’impresa ardua, riporta Ansa. Più in dettaglio, l’esecuzione di Verkko sul genoma umano HG002 ha prodotto 20 dei 46 cromosomi diploidi assemblati senza lacune, con una precisione del 99,9997%.
Un risultato, riferisce Startupitalia, che va verso la costruzione di database pangenomici completi e genomica comparativa su scala cromosomica. 

Perché regalare una macchina da cucire: un dono utile e creativo

Se stai cercando un regalo originale e creativo per una persona a cui piace cucire, una macchina da cucire potrebbe essere l’idea perfetta.

Se sei curioso, di seguito ti spiegheremo perché regalare una macchina da cucire sia una buona idea, quali sono i vantaggi di avere una macchina da cucire in casa e cosa devi considerare prima di fare questo regalo.

I vantaggi di avere una macchina da cucire

Dato che cucire è un’attività che richiede molta pazienza e attenzione ai dettagli, avere una macchina da cucire può fare la differenza tra un lavoro accurato e uno superficiale.

Le macchine da cucire moderne offrono molte funzioni che semplificano il lavoro, come ad esempio l’infila ago automatico, la regolazione automatica della tensione del filo e la possibilità di cucire in vari punti.

Inoltre, avere una macchina da cucire ti permette di risparmiare tempo e fatica rispetto il cucire a mano, rendendola la soluzione ideale per progetti più grandi.

Cosa considerare prima di regalare una macchina da cucire

Prima di regalare una macchina da cucire, ci sono alcune cose da considerare.

In primo luogo, devi valutare il livello di esperienza del destinatario del regalo: se è un principiante, potrebbe preferire una macchina da cucire semplice e facile da usare, mentre se è un esperto, potrebbe desiderare una macchina con funzioni più avanzate.

Inoltre, dovresti considerare il budget da investire e scegliere chiaramente una macchina da cucire che rientri nelle tue possibilità finanziarie.

Come scegliere una macchina da cucire

La scelta di una macchina da cucire dipende fondamentalmente dal budget e dalle preferenze personali del destinatario del regalo.

Esistono diversi tipi di macchine da cucire, suddivise in due grandi gruppi: le macchine meccaniche e quelle elettroniche.

In dettaglio, ci sono macchine specializzate per cucire tessuti pesanti, quindi per il quilting, per il ricamo e per altri tipi di cucito, nonché quelle a braccio libero.

Prima di fare la scelta, è importante leggere le recensioni e confrontare i diversi modelli per trovare la soluzione più adatta alle esigenze ed esperienza di chi riceverà questo regalo.

Come completare il proprio regalo

Regalare una macchina da cucire può essere un’esperienza emozionante e indimenticabile per chi la riceve.

Per rendere il regalo ancora più speciale, puoi aggiungere accessori per la cucitura come fili colorati, forbici, righelli e piedini speciali.

Inoltre, potresti considerare di acquistare un corso di cucito o un libro di cucito come parte del regalo stesso, in modo che il destinatario del regalo possa apprendere nuove tecniche e acquisire più competenze in maniera più rapida.

Conclusione

In sintesi, regalare una macchina da cucire può essere una idea veramente indovinata per chi ama cucire o vuole imparare a farlo.

Avere una macchina da cucire in casa offre molti vantaggi, tra questi il poter avere una maggiore rapidità e precisione rispetto alla cucitura a mano, ma non solo questo.

Ad ogni modo, prima di fare questo regalo, è importante valutare le esigenze e le preferenze della persona che lo riceverà e scegliere una macchina da cucire adatta alle sue necessità.

Inoltre, potresti anche decidere di aggiungere eventuali accessori o un corso di cucito per rendere il regalo ancora più speciale e completo, aiutando la persona destinataria della macchina da cucire ad imparare più in fretta o affinare al meglio le conoscenze che possiede già.

Quindi regalare una macchina da cucire è un’ottima idea per chi vuole trasmettere agli altri la propria passione per il cucito e per chi cerca un modo intelligente per risparmiare tempo e fatica.

Ecco cosa rende questa soluzione un dono utile e creativo, e ciò verrà sicuramente apprezzato dal destinatario del regalo.

Come si comportano gli adolescenti italiani dopo la pandemia?

Nonostante il trauma della pandemia, oggi gli adolescenti italiani hanno una discreta percezione della loro qualità di vita, anche se inferiore rispetto agli anni passati e maggiore tra i ragazzi rispetto alle ragazze. Un adolescente su due avverte un impatto positivo della pandemia sui rapporti familiari e due su cinque sul rendimento scolastico, seppure salute mentale e la propria vita in generale ne abbiano risentito negativamente. Inoltre, i giovani si sentono supportati da amici e compagni di classe, si fidano degli insegnanti, ma spesso sono stressati dagli impegni scolastici. Emerge dalla VI rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-Aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare), coordinato dall’ISS insieme alle università di Torino, Padova e Siena, con il supporto del Ministero della Salute, la collaborazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Regioni e Aziende Sanitarie Locali.

Poca attività fisica e uso problematico dei social

Secondo lo studio, abitudini alimentari e stili di vita possono migliorare. Il consumo quotidiano della prima colazione diminuisce al crescere dell’età, specie tra le ragazze, e meno di un giovane su 10 svolge attività fisica tutti i giorni. Quasi tutti si relazionano tra loro attraverso i social media, un fenomeno in crescita, ma non esente da criticità. Il 17% delle ragazze, che arrivano al 20% tra le 15enni, quindi una su cinque, e il 10% dei ragazzi ne fanno un uso problematico, con conseguenze negative sul loro benessere fisico e psicologico.

Cattive abitudini: alcol, fumo e gioco d’azzardo

Permangono comportamenti a rischio, quali l’assunzione di alcol, in aumento tra le ragazze (una su cinque tra le 15enni si è ubriacata almeno due volte nella vita), l’abitudine al fumo di sigaretta, che vede ancora prevalere le ragazze (29% vs 20% dei ragazzi di 15 anni), e la propensione al gioco d’azzardo, che invece è un fenomeno prettamente maschile: il 47,2% dei ragazzi e il 21,5% delle ragazze 15enni hanno scommesso o giocato del denaro almeno una volta nella vita. 

Pochi amano la scuola. Cyberbullismo più diffuso tra le ragazze

La maggioranza degli adolescenti non ama la scuola. Solo il 13% dei ragazzi, con proporzioni leggermente maggiori per le ragazze e per i più piccoli, dichiara di apprezzare la scuola. Percentuale che scende drammaticamente al 6% tra i 15enni. Di contro, circa la metà degli 11enni si sente molto stressato dagli impegni scolastici, per crescere al 60% e al 78% rispettivamente nei ragazzi e nelle ragazze di 15 anni. Nei comportamenti relazionali più critici, invece, il bullismo sembra mantenere le sue peculiarità senza importanti variazioni. La sua occorrenza si colloca intorno al 15% e decresce con l’aumentare dell’età, con proporzioni del 19% tra gli undicenni, il 16% nei tredicenni e poco più del 9% tra i 15enni. Analoghe proporzioni si osservano per il cyberbullismo, più frequente nelle ragazze (17% contro 13%) e nelle età più giovani: 19% a 11 anni, 16% a tredici e 10% a 15 anni.