Mini piscina con idromassaggio in attico

Un attico è proprio il posto ideale in cui creare un’oasi di relax che sia sempre a tua disposizione: pensa alla comodità di avere una mini piscina idromassaggio pronta a coccolarti in ogni momento, non sarebbe fantastico?

Queste mini piscine da esterno sono progettate infatti per adattarsi anche ad aree ristrette come quelle degli attici, offrendo ugualmente un’esperienza pari a quella di una SPA.

Tra l’altro, come vedremo a breve, gli optional a disposizione consentono di ottenere un benessere anche maggiore ed un impatto visivo in grado di trasmettere lusso, motivo per il quale questa soluzione è sempre più apprezzata e ricercata.

Cosa sono le mini-piscine idromassaggio e quali vantaggi offrono?

Le mini piscine idromassaggio sono piccole vasche che includono anche un sistema di idromassaggio integrato. Questi sistemi di idromassaggio utilizzano getti d’aria e acqua per massaggiare il corpo, migliorando la circolazione sanguigna e riducendo lo stress.

Esse sono progettate per essere installate anche su terrazze o comunque aree in cui gli spazi sono limitati, come appunto capita di solito in un attico. Tra l’altro sono disponibili in diverse dimensioni e forme, il che consente loro di adattarsi alle esigenze di ogni cliente.

Per quel che riguarda i vantaggi che una piscina jacuzzi da esterno può offrire, in primo luogo possiamo parlare dell’esperienza di relax e benessere che è possibile regalarsi in qualsiasi momento, senza dover andare in un centro benessere o SPA.

Invece, una delle cose cui solitamente non si pensa, è che queste piscine da esterno possono essere utilizzate in qualsiasi stagione dell’anno e non soltanto d’Estate, grazie al sistema di riscaldamento integrato.

A parte questo, il loro design fine e accattivante le rende un elemento molto valido esteticamente ed in grado di apportare del valore ad ogni tipo di ambiente in cui vengono installate.

Design moderno ed elegante

Le mini piscine idromassaggio presentano un design moderno che si integra perfettamente con qualsiasi stile architettonico.

Sono appariscenti, grazie anche al sistema di luci a led per cromoterapia di cui dispongono, e possono essere personalizzate per soddisfare le esigenze di ciascuno.

La resistenza alle intemperie e durata nel tempo è garantita dai materiali solidi e robusti (oltre che di qualità ) con i quali vengono realizzate, ma non solo. La pratica copertura isotermica rigida consente infatti di preservare la vasca dall’azione del sole e da eventuale grandine o neve.

Fattibilità dell’installazione di una mini-piscina in un attico

Una mini piscina con idromassaggio può essere installata anche in un’area ristretta come quella di un attico, ma è importante considerare prima alcuni fattori come la portata del tetto, la capacità di carico e la necessità di un permesso edilizio in base ai vari regolamenti comunali.

È importante a prescindere consultare dunque un professionista o azienda specializzata per valutare la fattibilità dell’installazione e garantire la sicurezza della struttura.

Il sistema di filtraggio dell’acqua

Il sistema di filtraggio è essenziale per mantenere sempre pulita l’acqua di una mini piscina.

Esistono diversi tipi di sistemi di filtri come quelli a sabbia, a cartuccia o a diatomee, che possono fare in modo da garantirti sempre acqua pulita e igienicamente sicura.

Inoltre, il motore che aziona la pompa garantisce sempre una circolazione efficace dell’acqua ed un’esperienza piacevole e confortevole con l’idromassaggio.

Manutenzione della piscina

La manutenzione della mini piscina è essenziale per garantirsi sempre una pulizia ottimale e un’acqua sicura dal punto di vista batteriologico.

Le azioni di manutenzione più importanti da parte nostra in tale senso, dunque fondamentali per la cura della nostra mini piscina, sono principalmente il monitoraggio del pH e dell’equilibrio chimico dell’acqua, la pulizia regolare della vasca e la sostituzione del filtro.

È importante eseguire tutte queste azioni, così come consigliano le istruzioni del produttore, in maniera periodica nel corso dell’anno.

Conclusione

Per concludere, possiamo affermare che una mini piscina idromassaggio in attico offra veramente un’esperienza di relax e benessere senza eguali, e che fai bene a pensare di farne installare una.

Il mercato offre tante possibilità di scelta per quel che riguarda design ed optional, ma ricorda innanzitutto di valutare la fattibilità dell’installazione consultando un professionista o azienda specializzata.

Perché regalare una macchina da cucire: un dono utile e creativo

Se stai cercando un regalo originale e creativo per una persona a cui piace cucire, una macchina da cucire potrebbe essere l’idea perfetta.

Se sei curioso, di seguito ti spiegheremo perché regalare una macchina da cucire sia una buona idea, quali sono i vantaggi di avere una macchina da cucire in casa e cosa devi considerare prima di fare questo regalo.

I vantaggi di avere una macchina da cucire

Dato che cucire è un’attività che richiede molta pazienza e attenzione ai dettagli, avere una macchina da cucire può fare la differenza tra un lavoro accurato e uno superficiale.

Le macchine da cucire moderne offrono molte funzioni che semplificano il lavoro, come ad esempio l’infila ago automatico, la regolazione automatica della tensione del filo e la possibilità di cucire in vari punti.

Inoltre, avere una macchina da cucire ti permette di risparmiare tempo e fatica rispetto il cucire a mano, rendendola la soluzione ideale per progetti più grandi.

Cosa considerare prima di regalare una macchina da cucire

Prima di regalare una macchina da cucire, ci sono alcune cose da considerare.

In primo luogo, devi valutare il livello di esperienza del destinatario del regalo: se è un principiante, potrebbe preferire una macchina da cucire semplice e facile da usare, mentre se è un esperto, potrebbe desiderare una macchina con funzioni più avanzate.

Inoltre, dovresti considerare il budget da investire e scegliere chiaramente una macchina da cucire che rientri nelle tue possibilità finanziarie.

Come scegliere una macchina da cucire

La scelta di una macchina da cucire dipende fondamentalmente dal budget e dalle preferenze personali del destinatario del regalo.

Esistono diversi tipi di macchine da cucire, suddivise in due grandi gruppi: le macchine meccaniche e quelle elettroniche.

In dettaglio, ci sono macchine specializzate per cucire tessuti pesanti, quindi per il quilting, per il ricamo e per altri tipi di cucito, nonché quelle a braccio libero.

Prima di fare la scelta, è importante leggere le recensioni e confrontare i diversi modelli per trovare la soluzione più adatta alle esigenze ed esperienza di chi riceverà questo regalo.

Come completare il proprio regalo

Regalare una macchina da cucire può essere un’esperienza emozionante e indimenticabile per chi la riceve.

Per rendere il regalo ancora più speciale, puoi aggiungere accessori per la cucitura come fili colorati, forbici, righelli e piedini speciali.

Inoltre, potresti considerare di acquistare un corso di cucito o un libro di cucito come parte del regalo stesso, in modo che il destinatario del regalo possa apprendere nuove tecniche e acquisire più competenze in maniera più rapida.

Conclusione

In sintesi, regalare una macchina da cucire può essere una idea veramente indovinata per chi ama cucire o vuole imparare a farlo.

Avere una macchina da cucire in casa offre molti vantaggi, tra questi il poter avere una maggiore rapidità e precisione rispetto alla cucitura a mano, ma non solo questo.

Ad ogni modo, prima di fare questo regalo, è importante valutare le esigenze e le preferenze della persona che lo riceverà e scegliere una macchina da cucire adatta alle sue necessità.

Inoltre, potresti anche decidere di aggiungere eventuali accessori o un corso di cucito per rendere il regalo ancora più speciale e completo, aiutando la persona destinataria della macchina da cucire ad imparare più in fretta o affinare al meglio le conoscenze che possiede già.

Quindi regalare una macchina da cucire è un’ottima idea per chi vuole trasmettere agli altri la propria passione per il cucito e per chi cerca un modo intelligente per risparmiare tempo e fatica.

Ecco cosa rende questa soluzione un dono utile e creativo, e ciò verrà sicuramente apprezzato dal destinatario del regalo.

Perché installare un box doccia con porte scorrevoli

Sei stanco della vecchia cabina doccia, ingombrante e poco pratica? Forse è arrivato il momento di considerare l’installazione di un nuovo box doccia, in particolare di un modello con porte scorrevoli.

Di seguito esploreremo i vantaggi di questa scelta e parleremo del modo in cui essa possa migliorare la tua esperienza di ogni giorno in doccia.

Facile accesso

Le porte scorrevoli offrono un accesso davvero facile al box doccia, soprattutto se hai problemi di mobilità o se semplicemente non vuoi dover fare i conti con l’ingombro di una porta a battente.

Inoltre, le porte scorrevoli possono essere montate sia a destra che a sinistra, adattandosi così a qualsiasi tipo di disposizione degli spazi del bagno.

In base alla posizione degli arredi infatti, potresti aver bisogno di avere soltanto una porta scorrevole, a destra o sinistra a tua scelta, o direttamente entrambe.

Design moderno e minimale

I box doccia con porte scorrevoli sono anche un’ottima scelta dal punto di vista estetico. Il loro design minimale e senza bordi rende l’ambiente del bagno più luminoso e arioso, creando l’impressione di uno spazio più grande.

Inoltre, le porte scorrevoli sono spesso realizzate in vetro trasparente o semi-trasparente, il che permette di poter vedere tutto intorno a noi mentre siamo sotto la doccia.

Facili da pulire

Le porte scorrevoli sono anche molto più facili da pulire rispetto quelle a battente, fattore questo da considerare.

Non ci sono infatti spazi difficili da raggiungere dove possono accumularsi lo sporco ed il calcare, quindi sarà sufficiente una semplice passata di spugna per mantenere il box doccia sempre pulito e igienizzato.

Maggiore durata nel tempo

Grazie alla loro struttura senza bordi, i box doccia con porte scorrevoli sono meno soggetti a infiltrazioni d’acqua o a danni dovuti all’usura del tempo.

Ciò significa che avrai bisogno di sostituirli meno spesso rispetto ai modelli con porte a battente, il che rappresenta un notevole risparmio a lungo termine.

Maggiore sicurezza

Le porte scorrevoli sono anche più sicure rispetto quelle a battente, poiché non c’è il rischio che si possano aprire accidentalmente durante l’utilizzo della doccia.

Non è raro infatti, che le porte a battente vengano aperte in maniera troppa vigorosa (o che “scappi” la maniglia di mano) con conseguente urto del mobile più vicino e concreto pericolo di rottura del vetro, il che è certamente da evitare.

Inoltre, le porte scorrevoli sono spesso dotate di sistemi di chiusura a scatto che le rendono stabili e resistenti, impedendo all’acqua di fuoriuscire.

Personalizzazione del tuo box doccia

Con un box doccia con porte scorrevoli, hai anche la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di opzioni di stile e finitura.

Potrai optare per vetro trasparente o opaco, o per una finitura in acciaio inox o in alluminio lavorato per un look più industriale.

Inoltre, le porte scorrevoli possono essere abbinate ad una varietà di maniglie e guide per un risultato finale ancora più personalizzato.

Facile da installare

Infine, i box doccia con porte scorrevoli sono anche facili da installare, sia in un bagno nuovo che in uno già esistente da ristrutturare. Non ci sono grandi lavori di muratura o altri interventi invasivi richiesti, il che significa che potrai godere del tuo nuovo box doccia in poco tempo e senza stress.

In sintesi, se stai cercando un modo per aumentare il benessere in doccia e contemporaneamente avere un bagno più moderno e funzionale, l’installazione di un box doccia con porte scorrevoli potrebbe essere la scelta perfetta per te.

I vantaggi sono numerosi in termini di praticità, durata nel tempo e sicurezza, oltre che dal punto di vista ed estetico.

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Acquisire competitività con i laser industriali

Riuscire a rimanere competitivi sul mercato è l’obiettivo di tantissime aziende che desiderano continuare ad offrire i propri prodotti senza per questo dover partecipare alla guerra dei prezzi. In questo senso, la soluzione è decisamente quella di aumentare la qualità del prodotto finale. Il cliente chiaramente, a parità di prezzo, è naturalmente portato a scegliere per quella soluzione in grado di offrire un prodotto qualitativamente migliore.

Laser industriali e produttività

I laser industriali rappresentano ad oggi la risposta più efficace a quanti desiderano individuare delle risorse che consentano di aumentare il livello di qualità della propria produzione nonché la velocità della stessa. Si tratta infatti di uno strumento grazie al quale è possibile rispondere adeguatamente alle richieste di mercato, anche per quel che riguarda i tempi di produzione e consegna dei prodotti.

Laser industriali: quali sono i vantaggi?

Ci sono diversi vantaggi che i moderni laser industriali presentano rispetto i metodi tradizionali o i laser di vecchia generazione. Uno dei più importanti è rappresentato dalla grande pecisione di taglio,altrimenti impossibile da ottenere con qualsiasi altro tipo di laser o strumento esistente in commercio. Grazie ai moderni laser industriali è possibile anche andare ad effettuare dei tagli particolarmente complessi in maniera molto rapida e precisa, come ad esempio curvature e altro tipo di marcatura o effetto particolarmente difficile da ottenere.

I vantaggi per l’azienda che si dota di tale soluzione sono soprattutto economici, in quanto i tempi di lavoro chiaramente si velocizzano e diminuisce così la necessità di manodopera, con tutti i vantaggi che ne derivano per quel che riguarda i costi di produzione. Infine è bene ricordare che questo tipo di tecnologia non ha bisogno dell’impiego di sostanze chimiche o materiali inquinanti, per cui è possibile definirla una tecnologia pulita che concorre a rispettare l’ambiente ed il mondo che ci circonda.

Impianto ad osmosi inversa IWM

L’acqua è una risorsa essenziale per la vita, sia del nostro pianeta sia per tutti gli esseri viventi. Dall’utilità molteplice, senza questo elemento tutto andrebbe incontro al deperimento rapido, fino anche alla morte, laddove un organismo ne fosse privato. Questo vale soprattutto per l’uomo ma anche per le piante e gli animali. Per l’uomo l’acqua è necessaria per mantenere la giusta idratazione che serve per il corretto svolgimento delle funzioni organiche, fondamentale per espellere tutte le sostanze nocive e le tossine dal proprio organismo, per evitare che i reni siano sovraccaricati nel compito di eliminare, filtrando il sangue, le scorie, le quali, depositandosi, provocano la formazione di calcoli; fondamentale per ripristinare i sali minerali persi dopo un affaticamento, altrettanto come coadiuvante nel trattamento finanche delle allergie di stagione. Anche le piante sono fatte di acqua, ne costituisce la linfa; in quanti hanno notato tuttavia che, pur innaffiate regolarmente, non crescono come ci si aspetterebbe? Tutto dipende da che tipo di acqua diamo loro. Infatti per ottenere i massimi benefici da questo preziosissimo elemento, è necessario che sia un’acqua pura e ricca dei minerali essenziali alla salute, con un determinato pH e priva di tutte le scorie nocive che inevitabilmente la inquinano.

Ma quanto può costare l’approvvigionamento di questa risorsa essenziale, pur di essere sicuri di non nuocere a noi stessi e a ciò a cui teniamo? si pensi che la spesa stimata per il consumo di acqua imbottigliata è di circa 400 € al metro cubo. La soluzione ideale è quella di installare un purificatore d’acqua che consenta di avere in casa acqua pura come se sgorgasse direttamente da una sorgente, dunque con le stesse benefiche qualità. Ma non un purificatore qualsiasi, quanto un prodotto che davvero garantisca l’eccellenza e soprattutto che consenta un risparmio (ben 0,4 € al metro cubo) per chi acquista ed il beneficio affatto trascurabile di immettere nell’ecosistema meno plastica.

Oggi l’eccellenza ha un nome: IWM, International Water Machines, azienda leader nel trattamento delle acque potabili. Un’azienda premiata per l’impianto osmosi inversa domestico tecnologicamente più avanzato al mondo, producendo un’acqua dal pH elevato, biologicamente pura, leggera, alcalina e arricchita di tutti i sali minerali necessari al benessere del proprio organismo, dei nostri amici animali e delle nostre piante.Sul sito dell’ azienda si possono trovare molte altre informazioni, altrimenti basta chiamare il numero verde: 800 800 813 per avere a propria disposizione gentilezza, efficienza e celerità, nonché competenza.

La qualità  ed il design delle proposte Leon Louis

Oggi più che mai i giovani sono particolarmente attenti nello scegliere cosa indossare, perché dall’abbigliamento dipende buona parte della prima impressione che gli altri si fanno di noi al primo sguardo. Per questo motivo si tende sempre più ad indossare capi che richiamino in qualche maniera il proprio stile di vita nonché la personalità, così da comunicare a chi ci osserva tratti del nostro modo di fare e di essere semplicemente comunicandolo tramite ciò che si indossa. Ecco il motivo per il quale le nuove generazioni sono sempre più selettive nel decidere quali capi d’abbigliamento acquistare, pur non rinunciando alla qualità di tessuti e lavorazioni. Leon Louis è uno di quei marchi in grado di abbinare stile e design ad una eccezionale qualità generale del prodotto, e riscuote da anni un successo che continua a registrare numeri al rialzo tanto da collocare questo prestigioso marchio in cima alle preferenze di giovani e meno giovani.

Presente sul mercato dal 2010, anno in cui Leon Louis presentò ufficialmente le sue collezioni al mondo, questo prestigioso marchi è oggi un punto di riferimento per giovani e meno giovani, i quali hanno precise idee in fatto di stile e design e accolgono favorevolmente un brand che consenta loro di ottenere esattamente l’impronta stilistica desiderata senza alcun compromesso. Puoi farti un’idea delle creazioni Leon Louis su www.revolutionconceptstore.it, e visionare in dettagli tantissime proposte in fatto di bermuda, pantaloni, giubbini e tanti altri capi selezionati appositamente per offrire una risposta concreta a quanti amano vestire in maniera ricercata e particolare. Ogni articolo è accompagnato da ampia galleria fotografica grazie alla quale è possibile scoprire in anteprima ogni dettaglio, e verificare la qualità della lavorazione. Aggiunta la merce al carrello ed effettuato il pagamento, si riceverà il proprio ordine direttamente a casa entro un paio di giorni lavorativi.

Consigli per la tua casa: cucine Pedrazzini Arreda

Oggi in casa trascorriamo tantissimo tempo all’interno della cucina. A differenza di ciò che avveniva sino a qualche decennio fa, quando questo ambiente era perlopiù destinato alla servitù e serviva unicamente alla preparazione dei pasti, oggi la cucina ha assunto un ruolo decisamente diverso nella considerazione collettiva. Oggi è qui che si ricevono gli ospiti, si fa conversazione e si consumano i pasti, è qui che si sperimentano nuove ricette in presenza degli amici ed è qui che si beve un buon bicchiere di vino. Proprio dal ruolo che questo ambiente domestico ha assunto nel tempo, ed in relazione alla grande importanza che riveste nella società odierna, nasce l’esigenza di fare della cucina un ambiente elegante e raffinato, in cui chi cucina possa sentirsi a proprio agio e soprattutto un luogo in cui sia un piacere invitare gli ospiti, che garantisca comfort in un ambiente moderno ed accogliente.

Le cucine Pedrazzini sono tutto questo e molto di più: eleganza e raffinatezza, unite ad una facilità d’uso che ti consentirà di fare della tua nuova cucina un vero e proprio ambiente polivalente, un ambiente in cui creare piatti nuovi e intrattenere gli ospiti. Pedrazzini Arreda, con sede trova in Via Leone Tolstoi 81 a San Giuliano Milanese, è esclusivista di zona per i marchi Veneta Cucine e Arredo 3, e ti offre tutta la qualità e l’affidabilità di questi prodotti, destinati inevitabilmente a durare nel tempo. Il personale ti seguirà in tutte le fasi del processo d’acquisto, consigliandoti al meglio e risolvendo ogni dubbio legato alla fattibilità o all’effetto di ogni singola soluzione, aiutandoti ad individuare quella perfettamente in grado di incontrare i tuoi desideri e soddisfare le tue esigenze. Visita di persona lo showroom così da verificare di persona la qualità delle cucine Milano proposte, e la grande competenza che da sempre distingue Pedrazzini Arreda nel settore.

Un Paese divergente: la società italiana nel 2024 secondo Ipsos

Il rapporto Flair 2024 di Ipsos, dal titolo ‘Un Paese divergente. Una società contrassegnata dalle fratture sociali, oscillante tra spinte solidali e brame egoiste’, restituisce l’immagine di un Paese che si distingue per le sue contrapposizioni.
L’Italia oggi attraversa un periodo di profonde trasformazioni, segnate da passioni inquiete e un senso di instabilità che oscilla tra dinamismo e retromarce, radicalismo e difensive.

Crisi ambientali, economiche, sociali, finanziarie e sanitarie hanno lasciato il segno nel tessuto sociale del Paese. Una situazione che appare come il riflesso della complessità delle dinamiche sociali che caratterizzano l’attuale panorama italiano.

Crisi e trasformazioni acuiscono le distanze sociali

Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a una accelerazione dei processi di transizione che stanno modellando i cambiamenti.
Tale accelerazione è stata alimentata da una serie di crisi che si sono incrociate e susseguite. Nonostante alcuni segnali economici positivi, come l’aumento dell’occupazione e la diminuzione del timore di perdere il posto di lavoro, la società italiana rimane profondamente divisa. Il 52% degli italiani ritiene che le distanze sociali siano aumentate negli ultimi anni.

Il dato è particolarmente preoccupante quando si considera l’aumento delle differenze tra giovani e adulti.
Un fenomeno che mette in luce un problema fondamentale della società: la crescente disuguaglianza tra le diverse generazioni.

GenZ tra incertezze e delusione  

Per il 73% degli italiani il rischio che i giovani vivano in una situazione di maggiore povertà rispetto ai loro genitori è molto alto. 
I giovani, a differenza degli adulti, si sentono più delusi (34% vs media del 29%), più insicuri (35% vs 26%), più angosciati (25% vs 18%), più confusi (20% vs 15%).

Nonostante l’ampio uso delle connessioni social, il 47% dei ragazzi e delle ragazze fra 25 e 34 anni e del 46% dei 18-24enni avverte come più fragili le relazioni con gli altri. La media nazionale si ferma al 38%. 
Le dinamiche più incerte di fronte al futuro per i giovani sono la stabilità lavorativa (39% vs 12% adulti), la rete di amici e relazioni (20% vs 10%), il bagaglio di conoscenze ritenuto inadeguato (32% vs 23%).
Gli aspetti della società contemporanea che i giovani reputano maggiormente sbagliati sono mancanza di stabilità nel lavoro (32%), ridotto livello delle prospettive future (43%), individualismo autorefenziale (24%) e differenze di genere (26%). 

L’impatto dell’AI sulle retribuzioni

L’AI sta entrando sempre più nella vita quotidiana, ma solo il 5% degli italiani si dichiara molto informato. Circa 1 italiano su 3 ritiene che l’AI stia già oggi rivoluzionando il mondo del lavoro, e fra 5 o 10 anni la maggioranza è concorde che l’impatto sarà importante.

Tuttavia, è ancora presto per comprendere quale sarà il bilanciamento tra vantaggi e svantaggi prospettati. E relativamente alle retribuzioni, emerge il timore che si accentui ancor più la frattura retributiva, incrementando ulteriormente le disuguaglianze nel Paese.

Il 42% delle grandi aziende italiane utilizza sistemi di automazione dei processi

Il 42% delle grandi aziende italiane utilizza sistemi di automazione dei processi, una percentuale che si alza al 60% tra le grandissime imprese, ovvero quelle con oltre 1.000 addetti. Tuttavia, solo il 15% di queste organizzazioni ha avviato progetti di automazione intelligente dei processi, combinando tecniche tradizionali con funzioni di intelligenza artificiale. Anche in questo caso, la percentuale sale al 34% se ci si concentra solo sulle grandissime imprese, mentre scende al 10% se si restringe l’analisi alle realtà grandi (250-999 addetti).

Nonostante il 61% delle grandi aziende abbia avviato un qualche progetto di Intelligenza Artificiale almeno in fase sperimentale, questi dati dimostrano che la gran parte dei progetti di AI in Italia sono volti a costruire sistemi di supporto alle decisioni che non si traducono in automazione. Inoltre, i progetti di AI sono in molti casi in stato di sperimentazione, non ancora integrate nei processi aziendali a regime.

Le funzioni maggiormente coinvolte in progetti di Intellingent Automation

La ricerca dell’Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management del Politecnico di Milano ha evidenziato che solo il 15% delle grandi aziende italiane ha formalizzato il know-how per renderlo fruibile a sistemi automatici supportati dall’IA. La funzione aziendale più coinvolta in progetti di Intelligent Automation è l’Accounting, Finanza e Controllo, seguita da Operations, Sales e Customer Service. La ricerca ha censito 501 aziende internazionali attive nell’ambito della Process Automation che hanno ricevuto finanziamenti negli ultimi 20 anni, raccogliendo in totale 15 miliardi di dollari.

Nel periodo 2014-2020, si è osservato un aumento progressivo nel numero di aziende finanziate e nei valori dei finanziamenti, con l’82% del totale raccolto tra il 2018 e il 2022. Questi dati evidenziano l’affermazione della Robotic Process Automation come nuovo comparto nell’offerta software.

L’adozione della business process automation

L’adozione della business process automation può avvenire a tre livelli incrementali: task-level, business process e business process reengineering. Le soluzioni tecnologiche per l’automazione dei processi includono la Robotic Process Automation, le tecnologie low-code e no-code, e l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, l’adozione delle tecnologie di process intelligence (task mining, process mining) è ancora limitata, e l’80% delle aziende che hanno automatizzato alcuni processi non ha utilizzato tali tecnologie.

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale

L’Artificial Intelligence trova opportunità di applicazione in tutte le fasi di gestione e automazione dei processi aziendali. È possibile identificare cinque categorie: business process management (AI4BPM), sviluppo e funzionamento dell’automazione, interazione con l’automazione, automazione del processo, orchestrazione di più processi. L’AI4BPM prevede l’utilizzo dell’Artificial Intelligence a supporto dell’analisi e modellazione del processo. L’AI può essere utilizzata per comprendere e anticipare colli di bottiglia e inefficienze nei processi, può supportare la ricostruzione del processo end-to-end, e può fornire suggerimenti di esecuzione del processo.

Retail: nel 2023 aumentano gli investimenti nel digitale

Nel 2023 in Italia il valore delle vendite al dettaglio di prodotto totali (online e offline) ha registrato una crescita del +4% rispetto al 2022.
Il canale online attraversa una fase di assestamento: cresce, ma a ritmi più moderati rispetto al periodo pandemico. Il valore degli acquisti online, nella sola componente di prodotto, ha raggiunto 35 miliardi di euro, +8% rispetto all’anno precedente

L’innovazione tecnologica recupera però una posizione di rilievo nei piani di sviluppo delle aziende.
Gli investimenti in digitale da parte dei principali retailer italiani dal 2,5% del fatturato nel 2022 crescono al 3,1% nel 2023.
Queste alcune evidenze emerse dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.

Online stabile all’11% di incidenza sul totale vendite

L’incidenza dell’online sul totale Retail rimane stabile rispetto al 2022 ed è pari all’11%. In continuità con il passato, la dinamica del numero di punti vendita è negativa, ma il tasso di decrescita del numero di negozi è il più alto mai registrato negli ultimi cinque anni.
A fine 2022 in Italia si contavano 568.933 esercizi commerciali di prodotto, con un calo pari al -2,2% rispetto al 2021 (il tasso medio di crescita annuo 2017-2021 era pari al -1,4%).

A destare maggiore preoccupazione è l’andamento del numero di ristoranti, che per la prima volta negli ultimi anni subisce una contrazione.
A fine 2022 in Italia sono presenti 380.328 ristoranti. Si tratta di un decremento del -0,8% rispetto all’anno precedente (tasso medio 2017-2021 pari al +1,1%).

Innovazione digitale e omnicanale

Il negozio è protagonista delle strategie di innovazione nel Retail. I retailer lavorano per semplificare e rendere autonoma l’esperienza del cliente. I sistemi di digital signage (implementati dal 44% dei top retailer) intercettano l’attenzione del cliente dal suo ingresso in negozio e i chioschi digitali (35%) favoriscono l’esplorazione dell’assortimento e l’approfondimento della conoscenza dei prodotti

Le soluzioni di self scanning (24%) rendono autonomo il cliente nella selezione dei prodotti, e grazie alla connessione con sistemi di self check-out (21%) e innovative payment (18%), aiutano a snellire la fase di pagamento.
I retailer proseguono, inoltre, nel percorso di integrazione online-offline, lavorando sull’adozione di soluzioni (in store e nel back-end) in grado di attivare e/o potenziare i modelli di vendita omnicanale.

I cantieri sperimentali

Nel 2023 i retailer hanno cercato di comprendere i principali ambiti applicativi dell’AI generativa, ad esempio, attraverso assistenti personali in grado di supportare in tempo reale i clienti e alleggerire il carico dei contact center.
Un altro ambito di sperimentazione deriva dai nuovi modelli di business ‘platform-based, che permettono di generare valore grazie all’interconnessione fra due o più attori del mercato. Come, ad esempio, i marketplace, l’erogazione di nuovi servizi e il Retail Media.

I retailer poi lavorano all’implementazione di progetti in grado di ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, come la trasformazione e il riciclo di scarti aziendali, l’utilizzo di packaging riciclato e l’adozione di veicoli elettrici per le spedizioni.

Incidenti informatici? L’errore umano è il primo colpevole

Un recente studio globale commissionato da Kaspersky evidenzia come gli errori umani siano responsabili di quasi due terzi di tutti gli incidenti informatici verificatisi negli ultimi due anni. Nel contesto della cybersicurezza, oltre il 50% dei professionisti ammette di aver commesso errori all’inizio della propria carriera a causa della mancanza di conoscenze teoriche o pratiche.

Tale percentuale aumenta al 60% tra coloro che hanno un’esperienza nel settore compresa tra i due e i cinque anni.

Imprese, almeno un incidente informatico negli ultimi due anni

Nell’arco degli ultimi due anni, le organizzazioni e le aziende hanno subito almeno un incidente informatico a causa della carenza di personale qualificato in materia di sicurezza informatica. Nonostante la ricerca di personale preparato sembri la soluzione più facile, la realtà dei fatti è molto diversa. Reperire professionisti delle sicurezza informatica è una vera e propria sfida, nonostante il bisogno occupazionale tocchi 4 milioni circa di addetti.

Gli errori più comuni

Il gap di competenze in cybersecurity è spesso attribuibile alle lacune teoriche e pratiche dei neoassunti nel settore, che si confrontano con difficoltà iniziali e commettono errori come il mancato aggiornamento dei software (43%), l’uso di password deboli (42%), e la mancata esecuzione di backup tempestivi (40%). I professionisti della cybersicurezza riconoscono di non avere avuto le competenze e l’esperienza necessarie all’inizio della loro carriera.

Tuttavia, la ricerca di personale qualificato è resa ancor più difficile dalla necessità di sostenere tre o più colloqui prima di essere selezionati per un ruolo InfoSec, come dichiarato dal 34% degli intervistati.

Servono programmi di formazione costanti  

Marina Alekseeva, Chief Human Resources Officer di Kaspersky, sottolinea l’importanza di un processo di onboarding completo e di un costante aggiornamento delle competenze per affrontare le sfide degli esperti di cybersicurezza. Il 46% dei professionisti InfoSec impiega più di un anno per sentirsi a proprio agio nel ruolo ricoperto, mentre un altro 10% dichiara che tale traguardo è stato raggiunto in tre anni.

Le misure  preventive e reattive per affrontare il gap di conoscenze sono essenzialmentel’aggiornamento dei programmi di formazione in collaborazione con attori della cybersicurezza, stage per acquisire esperienza pratica e investimenti aziendali in programmi di formazione per il personale.

Per concludere

In conclusione, il rapporto completo fornisce approfondimenti sul percorso formativo degli esperti di cybersicurezza e sulle difficoltà iniziali che hanno affrontato nella loro carriera. La carenza di personale qualificato rimane una sfida importante per le imprese, che richiede sforzi congiunti per colmare il gap esistente e garantire una forza lavoro preparata ed efficiente nel settore della sicurezza informatica.

Fenomeno burnout: 8 giovani su 10 lascerebbero un lavoro “tossico”  

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente riconosciuto il burnout come una condizione medica associata allo stress cronico sul lavoro, inserendolo nella classificazione internazionale delle malattie.

Questo passaggio mette in luce la crescente preoccupazione per la gestione inadeguata dello stress nei luoghi di lavoro in tutto il mondo. In particolare, emerge un dato preoccupante: circa il 20% dei dipendenti sperimenta sintomi di burnout.

Incidenza diversa a seconda della dimensione aziendale 

L’analisi rivela che il fenomeno colpisce in modo più significativo i dipendenti delle aziende più piccole, coloro che non ricoprono posizioni manageriali e i lavoratori più giovani. In particolare, l’80% dei dipendenti appartenenti alle gen Z e Millennial sarebbe disposto a lasciare il lavoro a causa di una cultura aziendale tossica.

Francesca Verderio, leader di formazione e sviluppo di Zeta Service, azienda italiana specializzata in servizi hr e payroll, sottolinea l’importanza di prestare attenzione ai segnali lanciati dai collaboratori e di monitorare costantemente il clima aziendale.

Conflitti e pressioni le cause del malessere 

Conflitti interpersonali, mancanza di chiarezza su compiti, responsabilità e obiettivi, e la pressione legata alle tempistiche e al carico di lavoro sono tra le principali cause del burnout. Questi fattori contribuiscono a generare confusione, stress e una riduzione della produttività dei dipendenti.

I Paesi che soffrono di più il burnout

Un sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30.000 dipendenti in 30 paesi evidenzia differenze sostanziali nelle percentuali di burnout. A livello globale, il 22 % dei lavoratori sperimenta sintomi di burnout. Ma il tasso più alto si registra in India (59%) e il più basso in Camerun (9%). L’Italia si colloca nella parte bassa della classifica con il 16%, ma registra una percentuale elevata di episodi di stanchezza fisica e mentale (43%).

L’impatto economico del fenomeno

Le sempre più frequenti dimissioni da parte dei giovani rappresentano uno dei principali ostacoli per i talent manager nell’introduzione di nuove skill e la crescita delle imprese. Il calo della soddisfazione lavorativa potrebbe avere un impatto sull’economia globale, con una perdita potenziale di circa 8,8 trilioni di dollari in termini di produttività, secondo Cnbc.

L’importanza dell’ambiente di lavoro

Il McKinsey Health Institute sottolinea che un ambiente di lavoro positivo contribuisce al benessere dei dipendenti e alla loro maggiore produttività. L’analisi del clima aziendale diventa quindi cruciale per le imprese, poiché conoscere le esigenze e le opinioni dei dipendenti è fondamentale per migliorare la vita lavorativa di tutti. Un clima aziendale positivo è correlato a un maggiore coinvolgimento, collaborazione, senso di appartenenza e attrattività per i talenti.

La realtà? Lontana dalla nostra percezione: i dati di un’analisi globale 

La realtà è spesso molto lontana dalla nostra percezione. Ovvero, ciò che crediamo non è necessariamente ciò che è. Lo dimostra un’indagine – serissima – condotta  da Ipsos in 10 Paesi, tra cui l’Italia. L’analisi, che ha coinvolto 10.000 individui, ha rivelato un notevole divario tra realtà e percezione nell’ambito delle più attuali tematiche sociali, politiche ed economiche. Attraverso la piattaforma online Ipsos.Digital, sono state confrontate le convinzioni con dati reali, portando alla luce interessanti discrepanze.

Immigrazione, i falsi miti

In tutti i Paesi esaminati, la percezione sull’immigrazione è notevolmente sovrastimata rispetto alla realtà. In Italia, il divario tra percezione (21%) e realtà (11%) è significativo. Le persone tendono a sopravvalutare la presenza di immigrati nella società di riferimento, evidenziando un divario tra percezione e dati effettivi. Le percezioni errate emergono anche sulla presenza di persone musulmane.

In Italia, ad esempio, la percezione errata è del 19%, mentre la realtà si ferma al 4,8%. Curiosamente, in Turchia c’è una percezione distorta sulla presenza di cristiani nel Paese.

Crimini di sangue, sono in calo dal 2000. Però… 

La maggioranza crede erroneamente che il tasso di omicidi sia cresciuto nel proprio Paese dal 2000, mentre è diminuito in gran parte del mondo. In Italia, il 55% pensa che gli omicidi siano aumentati nell’ultimo ventennio, evidenziando una percezione distorta della realtà.

Anche per quanto riguarda la disuguaglianza economica c’è molto da dire. Il fenomeno è reale, ma la percezione sulla quota di ricchezza detenuta dall’1% più ricco è sovrastimata. In Italia, la percezione (36%) supera notevolmente la realtà (14%), riflettendo un’errata percezione della distribuzione della ricchezza.

Credenze e complotti

Una piccola minoranza (27%) crede in fenomeni irrazionali come la stregoneria, fantasmi (35%) e chiaroveggenza (28%). In Italia, queste forme di “superstizione” sono inferiori, con il 24% che crede nei fantasmi. Tuttavia, serpeggia una diffusa diffidenza verso gli scienziati, con il 49% degli intervistati a livello globale che preferisce fidarsi della propria esperienza personale rispetto alle spiegazioni scientifiche.

Un quadro complesso

Un’ampia percentuale (15-25%) crede in teorie del complotto riguardanti affari mondiali. Ad esempio, il 24% degli italiani crede in un presunto progetto per “sostituire” la popolazione con immigrati. Inoltre, il 27% ritiene che il governo ucraino sia infiltrato da neonazisti, mentre una minoranza (18-20%) nega le missioni spaziali americane sulla Luna.

Per concludere

L’indagine Ipsos mette in evidenza il diffuso divario tra percezione e realtà su diverse questioni. Questa discrepanza, che spazia dall’immigrazione alle credenze irrazionali e alle teorie del complotto, sottolinea l’importanza di una corretta informazione e di un pensiero critico per comprendere e affrontare le attuali sfide sociali.

Boom agriturismi: numeri e nuove tendenze del settore in Italia 

Lo rileva il report dell’Istat: il settore agrituristico in Italia è passato da poco più di 14mila aziende nel 2004 a 25.849 nel 2022, riflettendo un tasso di crescita medio annuo del 3,8%.
Una crescita distribuita in modo uniforme tra le diverse macroaree del Paese, con punte del 5,5% e 4,3% nel Nord-Ovest e nel Centro, e valori leggermente inferiori nel Sud, Isole, e Nord-Est. 
Oltre il 53% delle aziende agrituristiche si localizza nelle aree collinari, il 31% in quelle montane e il 16% in pianura.

Ma la forza trainante dell’agriturismo risiede nelle sue offerte economiche chiave, degustazione, alloggio e ristorazione. Tanto che nel periodo 2004-2022 le aziende con servizio di degustazione hanno registrato un impressionante aumento annuo medio del 4,5%, evidenziando una connessione crescente con i prodotti DOP e IGP.

Un fenomeno economicamente sostenibile.

Allo stesso tempo, le aziende con alloggio e ristorazione hanno seguito con tassi medi annui rispettivamente del 3,4% e del 3,2%.
In ogni caso, rispetto al 2004, il valore della produzione nel settore agrituristico è cresciuto al ritmo del 4,2% all’anno, triplicando la capacità produttiva in termini assoluti. Un risultato notevole, soprattutto se confrontato con il settore agricolo generale (+0,51%).

Anche sotto l’aspetto della diffusione territoriale i dati sono altrettanto impressionanti. Se nel 2004 i Comuni che ospitavano almeno un agriturismo (Comuni agrituristici) erano 3.352 in 18 anni se ne sono aggiunti 1.677, portando il totale a oltre 5.029, quasi il 64% dei Comuni italiani.

Aziende multifunzionali: una nuova frontiera

La trasformazione del settore è evidente nella proliferazione di aziende agrituristiche multifunzionali, caratterizzate dalla capacità di offrire almeno tre servizi distinti. 
Le aziende agrituristiche multifunzionali, che rappresentano il 28,2% di tutte le strutture attive, si presentano come un elemento consolidato e rilevante all’interno di questo settore in continua trasformazione.

Dal punto di vista geografico, il Centro si conferma come il luogo principale per la presenza di aziende multifunzionali, con il 28,1% del totale, seguito da Nord-Est (24,7%), Nord-Ovest (19,9%), Sud (16,3%) e Isole (11%).

Aumento delle imprese agrituristiche al femminile

La presenza femminile alla guida delle aziende agrituristiche è in costante aumento, con un totale di oltre 8.800 donne (34,1%) che gestiscono tali attività.
La maggior quota di conduttrici si concentra principalmente al Sud (46,6%), con valori che si avvicinano al 50% in Basilicata, Campania e Calabria.

Al Centro le donne alla guida sono il 36%, con Lazio e Umbria entrambi al 45%, mentre la Toscana registra una percentuale leggermente più bassa (31%). La quota di conduttrici è pressoché simile nelle Isole (36%) e nel Nord-ovest (36%), con la Liguria in testa al 50% di aziende guidate da donne.

L’indice di prevalenza di genere, che indica il rapporto tra aziende con conduttore e aziende con conduttrice, evidenzia una maggiore propensione all’imprenditoria femminile in Basilicata, Liguria e Campania. Al contrario, regioni come Trentino-Alto Adige/Südtirol, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia mostrano un indice più basso.

L’Intelligenza artificiale è in grado di calcolare l’aspettativa di vita?

La questione riguardante la prevedibilità della vita umana è stata a lungo argomento di dibattito tra gli scienziati sociali. Se i fattori sociodemografici, quelli che giocano un ruolo importante nelle vite umane, sono ben compresi, finora non è stato possibile prevedere con precisione la fine della vita

Ma un modello descritto in uno studio pubblicato su Nature Computational Science, potrebbe essere in grado di fornire una comprensione quantitativa del comportamento umano. In altre parole, potrebbe calcolare l’aspettativa di vita.

Un approccio di apprendimento automatico ha infatti dimostrato di essere in grado di prevedere con precisione diversi aspetti della vita umana, tra cui la probabilità di mortalità precoce nonché le diverse sfumature della personalità. 

Una comprensione quantitativa del comportamento umano simile ai modelli linguistici 

Utilizzando i dati relativi all’istruzione, alla salute, al reddito, all’occupazione e ad altri eventi della vita di circa sei milioni di persone provenienti da un registro nazionale danese, Sune Lehmann, professore associato di reti sociali presso la ETH di Zurigo, ha progettato insieme ai suoi colleghi un approccio di apprendimento automatico capace di costruire traiettorie di vita individuali. 

In pratica, i ricercatori hanno adattato le tecniche di elaborazione del linguaggio umano all’interno del modello.
Questo ha permesso di generare un vocabolario che descrivesse gli eventi della vita in modo simile al modo in cui i modelli linguistici catturano le relazioni complesse tra le parole.

Life2vec può prevedere la morte precoce

Il modello proposto, chiamato ‘life2vec’, stabilisce relazioni complesse tra concetti come le diagnosi relative allo stato di salute, il luogo di residenza, i livelli di reddito, codificando le vite individuali con una rappresentazione vettoriale compatta, che costituisce la base per la previsione degli esiti della vita.

Gli scienziati hanno dimostrato che il modello è in grado di prevedere la mortalità precoce.
Nello specifico, il modello life2vec ha previsto che fra gli individui che hanno preso parte allo studio coloro con un’età compresa tra i 35 e i 65 anni sarebbero sopravvissuti nei 4 anni successivi al 1° gennaio 2016.

Una rappresentazione del legame complesso tra dati sociali e sanitari

Inoltre, riferisce Agi, il modello è riuscito a cogliere le sfumature della personalità in modo migliore rispetto ai modelli più avanzati, con una precisione maggiore di almeno l’11%.
I risultati dimostrano che rappresentando il legame complesso tra dati sociali e sanitari è possibile prevedere con precisione gli esiti della vita.

Tuttavia, gli autori sottolineano che la loro ricerca è una esplorazione di ciò che potrebbe essere possibile, pertanto, dovrebbe essere utilizzata solo in condizioni reali, e soprattutto, nel rispetto di norme che tutelino i diritti individuali.

Quali sono l’impatto e la diffusione del Purpose aziendale nell’economia italiana?

Cos’è il Purpose? Com’è vissuto nel nostro Paese? Quali sono i benefici attesi, i maggiori ostacoli per una sua piena attuazione? E quali i legami più forti con le trasformazioni di business?
Il Purpose è il motivo fondamentale per cui un’organizzazione esiste, e negli ultimi anni la sua centralità ha assunto un ruolo sempre più rilevante all’interno dell’agenda dei principali decisori economici, sociali e politici italiani.

A Milano è stata presentata la prima ricerca sull’impatto e la diffusione del Purpose nell’economia italiana, Purpose & Business Transformation: the state of the art in Italy”, realizzato da BVA Doxa, BCG BrightHouse e Polimi Graduate School of Management.
Capire come le aziende stiano provando a ridefinire i propri meccanismi di funzionamento, migliorare il rapporto con le comunità in cui operano, facendo proprio il motivo fondamentale per cui l’impresa esiste, è appunto tra gli obiettivi ispiratori dello studio.

La rilevanza del Purpose sta crescendo

Il 70% dei C-Level e manager dichiara che la propria azienda ha un Purpose chiaro. Questo è vero soprattutto nel settore dei servizi (76%), ma in generale, l’interesse per il Purpose nei prossimi cinque anni è destinato a registrare un notevole aumento per il 69% degli intervistati.

Per il 62% degli intervistati (73% dei ceo) le aziende che implementano e vivono il Purpose riscontrano forti vantaggi nell’ottenimento degli obiettivi aziendali, per il 58% nell’esperienza quotidiana dei dipendenti e per il 57% nella costruzione della reputazione esterna dell’azienda.

Un potenziale non ancora sfruttato pienamente 

Il 40% dei ceo e dei manager intervistati sostiene però che il Purpose non è pienamente sfruttato come risorsa nella propria azienda.
Inoltre, per il 60% dei ceo la sfida più grande è allineare i collaboratori con la leadership.

Ma se l’attenzione al Purpose è destinata a crescere nei prossimi cinque anni, così come gli investimenti e lo sforzo delle imprese, rispetto a una prima fase in cui i temi di identità e di valori sono stati percepiti soprattutto nella loro dimensione sociale, ora se ne colgono con maggior nitidezza i tratti strategici e il potenziale trasformativo.

I tempi sono maturi

Insomma, i tempi sono maturi affinché i leader e i board delle organizzazioni si riapproprino di Purpose e di identità, facendo spazio nelle loro agende e vivendolo come un esercizio autentico e rigoroso.

In un’epoca che vede mercato del lavoro, audience e stakeholder, sempre più esigenti e determinati nel loro ruolo di ‘forze attive’, sulla sfida del Purpose si gioca il futuro e la credibilità delle imprese, chiamate a dimostrare un impegno forte e coraggioso su questa tema.

Investimenti digitali, una priorità per le imprese italiane 

Gli investimenti digitali in Italia continuano a crescere. Le previsioni per il 2024 indicano un aumento dell’1,9% nei budget ICT delle aziende, confermando l’andamento degli ultimi 8 anni e superando le stime di crescita del PIL nazionale.
Nei grandi gruppi, la spesa è concentrata principalmente su sistemi di Information Security (57%), soluzioni di Business Intelligence e visualizzazione dati (45%) e di Big Data Management e architettura dati (37%). Sorprendentemente, al quarto posto (31%), si evidenziano gli investimenti in Artificial Intelligence, Cognitive Computing e Machine Learning, in notevole crescita rispetto all’anno precedente.

Innovazione fa rima con assunzioni

Secondo i manager intervistati, l’innovazione digitale ha portato a un aumento del personale grazie a una maggiore attrattività e crescita per il 24% delle imprese, mentre solo il 14% ha registrato una diminuzione del personale per efficienza dei processi e automazione.
Tuttavia, il principale impatto è stato una crescita della qualificazione professionale, indicata dal 50% delle aziende.

L’86% delle imprese adotta pratiche di Open Innovation

L’Open Innovation emerge come catalizzatore di trasformazione in un mondo in continua evoluzione. Nel 2023, l’86% delle grandi aziende italiane adotta pratiche di innovazione aperta, mentre nelle PMI la percentuale si attesta poco al di sotto della metà, con una crescita più lenta.
Questi risultati sono emersi dalla ricerca condotta dagli Osservatori Startup Thinking e Digital Transformation Academy della School of Management del Politecnico di Milano, presentata nel convegno “Digital & Open Innovation 2024: nuove sfide per imprese e startup”.

I nuovi modelli organizzativi 

Si registra una diffusione di nuovi modelli organizzativi e ruoli con responsabilità. Il 41% delle grandi aziende ha formalizzato una Direzione Innovazione, il 51% ha definito figure di Innovation Champion.
Il 74% ha adottato azioni di “Corporate Entrepreneurship” per stimolare approcci imprenditoriali, principalmente attraverso la formazione su competenze digitali e imprenditoriali (55%) e stili di leadership orientati al change management (52%).

La mancanza di competenze digitali rappresenta la principale sfida (47%) per la trasformazione digitale, seguita dalla resistenza all’adozione di strumenti digitali (44%) e dalla difficoltà di attrarre professionisti con competenze STEM e digitali (34%).
Nonostante una riduzione del 10% dell’organico negli ultimi 3 anni, si è registrato un aumento del 19%, grazie all’introduzione di soluzioni di Innovazione Digitale. Il 50% delle grandi imprese ha visto crescere il livello di qualificazione professionale attraverso upskilling e reskilling digitale.

A fianco delle start up

La collaborazione con startup è prevalente, con il 58% delle grandi aziende coinvolte (era il 33% nel 2018). Tuttavia, ci sono sfide significative, come il rischio di tempi di sviluppo superiori alle aspettative (44%) e la complessità nel conciliare gli obiettivi aziendali con quelli delle startup (39%).
Il 76% delle startup ha attività legate a tematiche di sostenibilità, concentrando l’impegno soprattutto sulla dimensione ambientale. Più della metà utilizza gli SDG come riferimento per il business, mentre il 13% misura la propria carbon footprint.