La realtà? Lontana dalla nostra percezione: i dati di un’analisi globale 

La realtà è spesso molto lontana dalla nostra percezione. Ovvero, ciò che crediamo non è necessariamente ciò che è. Lo dimostra un’indagine – serissima – condotta  da Ipsos in 10 Paesi, tra cui l’Italia. L’analisi, che ha coinvolto 10.000 individui, ha rivelato un notevole divario tra realtà e percezione nell’ambito delle più attuali tematiche sociali, politiche ed economiche. Attraverso la piattaforma online Ipsos.Digital, sono state confrontate le convinzioni con dati reali, portando alla luce interessanti discrepanze.

Immigrazione, i falsi miti

In tutti i Paesi esaminati, la percezione sull’immigrazione è notevolmente sovrastimata rispetto alla realtà. In Italia, il divario tra percezione (21%) e realtà (11%) è significativo. Le persone tendono a sopravvalutare la presenza di immigrati nella società di riferimento, evidenziando un divario tra percezione e dati effettivi. Le percezioni errate emergono anche sulla presenza di persone musulmane.

In Italia, ad esempio, la percezione errata è del 19%, mentre la realtà si ferma al 4,8%. Curiosamente, in Turchia c’è una percezione distorta sulla presenza di cristiani nel Paese.

Crimini di sangue, sono in calo dal 2000. Però… 

La maggioranza crede erroneamente che il tasso di omicidi sia cresciuto nel proprio Paese dal 2000, mentre è diminuito in gran parte del mondo. In Italia, il 55% pensa che gli omicidi siano aumentati nell’ultimo ventennio, evidenziando una percezione distorta della realtà.

Anche per quanto riguarda la disuguaglianza economica c’è molto da dire. Il fenomeno è reale, ma la percezione sulla quota di ricchezza detenuta dall’1% più ricco è sovrastimata. In Italia, la percezione (36%) supera notevolmente la realtà (14%), riflettendo un’errata percezione della distribuzione della ricchezza.

Credenze e complotti

Una piccola minoranza (27%) crede in fenomeni irrazionali come la stregoneria, fantasmi (35%) e chiaroveggenza (28%). In Italia, queste forme di “superstizione” sono inferiori, con il 24% che crede nei fantasmi. Tuttavia, serpeggia una diffusa diffidenza verso gli scienziati, con il 49% degli intervistati a livello globale che preferisce fidarsi della propria esperienza personale rispetto alle spiegazioni scientifiche.

Un quadro complesso

Un’ampia percentuale (15-25%) crede in teorie del complotto riguardanti affari mondiali. Ad esempio, il 24% degli italiani crede in un presunto progetto per “sostituire” la popolazione con immigrati. Inoltre, il 27% ritiene che il governo ucraino sia infiltrato da neonazisti, mentre una minoranza (18-20%) nega le missioni spaziali americane sulla Luna.

Per concludere

L’indagine Ipsos mette in evidenza il diffuso divario tra percezione e realtà su diverse questioni. Questa discrepanza, che spazia dall’immigrazione alle credenze irrazionali e alle teorie del complotto, sottolinea l’importanza di una corretta informazione e di un pensiero critico per comprendere e affrontare le attuali sfide sociali.

L’Intelligenza artificiale è in grado di calcolare l’aspettativa di vita?

La questione riguardante la prevedibilità della vita umana è stata a lungo argomento di dibattito tra gli scienziati sociali. Se i fattori sociodemografici, quelli che giocano un ruolo importante nelle vite umane, sono ben compresi, finora non è stato possibile prevedere con precisione la fine della vita

Ma un modello descritto in uno studio pubblicato su Nature Computational Science, potrebbe essere in grado di fornire una comprensione quantitativa del comportamento umano. In altre parole, potrebbe calcolare l’aspettativa di vita.

Un approccio di apprendimento automatico ha infatti dimostrato di essere in grado di prevedere con precisione diversi aspetti della vita umana, tra cui la probabilità di mortalità precoce nonché le diverse sfumature della personalità. 

Una comprensione quantitativa del comportamento umano simile ai modelli linguistici 

Utilizzando i dati relativi all’istruzione, alla salute, al reddito, all’occupazione e ad altri eventi della vita di circa sei milioni di persone provenienti da un registro nazionale danese, Sune Lehmann, professore associato di reti sociali presso la ETH di Zurigo, ha progettato insieme ai suoi colleghi un approccio di apprendimento automatico capace di costruire traiettorie di vita individuali. 

In pratica, i ricercatori hanno adattato le tecniche di elaborazione del linguaggio umano all’interno del modello.
Questo ha permesso di generare un vocabolario che descrivesse gli eventi della vita in modo simile al modo in cui i modelli linguistici catturano le relazioni complesse tra le parole.

Life2vec può prevedere la morte precoce

Il modello proposto, chiamato ‘life2vec’, stabilisce relazioni complesse tra concetti come le diagnosi relative allo stato di salute, il luogo di residenza, i livelli di reddito, codificando le vite individuali con una rappresentazione vettoriale compatta, che costituisce la base per la previsione degli esiti della vita.

Gli scienziati hanno dimostrato che il modello è in grado di prevedere la mortalità precoce.
Nello specifico, il modello life2vec ha previsto che fra gli individui che hanno preso parte allo studio coloro con un’età compresa tra i 35 e i 65 anni sarebbero sopravvissuti nei 4 anni successivi al 1° gennaio 2016.

Una rappresentazione del legame complesso tra dati sociali e sanitari

Inoltre, riferisce Agi, il modello è riuscito a cogliere le sfumature della personalità in modo migliore rispetto ai modelli più avanzati, con una precisione maggiore di almeno l’11%.
I risultati dimostrano che rappresentando il legame complesso tra dati sociali e sanitari è possibile prevedere con precisione gli esiti della vita.

Tuttavia, gli autori sottolineano che la loro ricerca è una esplorazione di ciò che potrebbe essere possibile, pertanto, dovrebbe essere utilizzata solo in condizioni reali, e soprattutto, nel rispetto di norme che tutelino i diritti individuali.

Dall’impreparazione alla negazione: le aziende e la fuga di dati nella Darknet

Quando si tratta di incidenti legati alle fughe di dati emerge chiaramente l’impreparazione, la mancanza di volontà e la negligenza delle vittime aziendali. Il team Digital Footprint Intelligence di Kaspersky ha presentato i risultati dell’iniziativa di monitoraggio delle fughe di informazioni sulla darknet svolta nel 2022. Gli esperti hanno analizzato i post sul Darkweb che offrivano l’accesso ad aziende, la vendita di database o account compromessi e altri incidenti critici, notificandoli alle vittime. Le aziende europee sono state le più colpite, ma i risultati a livello mondiale dell’iniziativa hanno rivelato una tendenza preoccupante: il 42% delle aziende non ha un responsabile specifico per gli incidenti informatici, mentre il 28% mostra indifferenza e il 2% nega gli incidenti.

Rischio di sanzioni, perdita di fiducia e danni finanziari

Una negligenza che espone al rischio di sanzioni, perdita di fiducia e danni finanziari. Ed è particolarmente rilevante per l’Europa, dove la normativa GDPR è molto severa.Fortunatamente, il 22% ha risposto in modo appropriato, acquisendo le informazioni e affrontando i rischi, mentre il 6% ha effettuato un monitoraggio e un rilevamento proattivo, indicando di essere già a conoscenza dell’incidente.

Le più colpite da fughe di dati sono le aziende europee

A livello globale sono 258 le aziende che hanno ricevuto segnalazioni di incidenti. Le più colpite da fughe di dati sono state quelle europee, con oltre il 25% delle notifiche (o 66 segnalazioni di incidenti) critiche e sensibili al fattore temporale, che richiedevano un’attenzione immediata. Gli incidenti che riguardavano dati falsi, pubblici o generici non sono stati oggetto del report. Il monitoraggio è stato condotto su forum e blog del Dark Web, oltre a canali Telegram segreti. Per evitare accessi non autorizzati all’infrastruttura delle aziende vittime, i dati compromessi non sono stati verificati in alcun modo.

“Solo un terzo delle aziende ha reagito in modo adeguato”

“I risultati della nostra iniziativa sulle reazioni delle aziende alla compromissione dei dati nella Darknet sono piuttosto scoraggianti – ha commentato Yuliya Novikova, Head of Digital Footprint Intelligence -. Solo un terzo delle aziende ha reagito in modo adeguato, mentre la maggior parte sembra essere stata travolta da un turbine di emozioni che vanno dall’ignoranza alla negazione fino all’impotenza. Mentre in passato il monitoraggio della Darknet poteva sembrare complesso, la situazione attuale si sta evolvendo. È ora diventato una fonte preziosa e accessibile di dati di threat intelligence per i professionisti della cybersecurity, tra cui analisti CTI e SOC e molti altri. Questa risorsa consente di reagire immediatamente agli incidenti di sicurezza come le offerte di vendita dell’accesso ai sistemi aziendali o le fughe di dati, contribuendo in ultima analisi a prevenire le violazioni di dati”.

Google rincorre Microsoft con Magi e un nuovo motore di ricerca

Google continua la rincorsa nei confronti di Microsoft, che sta integrando le soluzioni di OpenAI nel proprio motore di ricerca Bing, e in futuro lancerà una versione di Office con assistente AI. Secondo quanto rivelato dal New York Times a maggio bigG lancerà nuovi strumenti basati sull’AI, tra cui nuovi tool dal nome in codice ‘Magi’ basati sull’adozione della AI generativa nella vita quotidiana, come ha già cercato di fare con il progetto Bard, e un nuovo motore di ricerca. L’obiettivo di Bard e della AI applicata a Google è rendere più semplice e intuitivo l’accesso a informazioni complesse, traducendo domande formulate in linguaggio naturale in query di ricerca più precise, e restituire risultati pertinenti in modo efficiente, riporta Adnkronos.

Magi sarà ufficializzato all’I/O 2023?

Secondo il New York Times Google sarebbe quindi al lavoro su due progetti paralleli legati al proprio motore di ricerca. Oltre a quello noto internamente con il nome in codice Magi, che punterebbe all’integrazione di funzionalità basate sull’AI nel servizio già online, il secondo porterebbe al lancio di una piattaforma completamente inedita. La prima iniziativa, Magi, dovrebbe essere ufficializzata forse in occasione dell’evento I/O 2023, con l’avvio di una fase di test strutturata in modo da coinvolgere un piccolo gruppo di utenti. Stando a quanto trapelato, grazie alle novità introdotte, chi naviga dovrebbe poter completare transazioni come l’acquisto di un prodotto o la prenotazione di un viaggio direttamente dall’interfaccia del servizio, senza passare dai siti di terze parti.

Un occhio a ChatGPT e uno all’advertising 

Sarebbero oltre 160 i dipendenti già al lavoro a tempo pieno per far sì che la visione si possa concretizzare in tempi brevi. Tra le funzionalità integrate, anche quella che permetterebbe di scrivere codice sulla base di una richiesta ricevuta. In estrema sintesi, qualcosa di simile a quelle che oggi sono le potenzialità di ChatGPT e di altri strumenti della stessa categoria. A condire il tutto, l’immancabile dose di advertising che permetterebbe alla società di evolvere e rafforzare il proprio business legato alle inserzioni pubblicitarie.

Un nuovo motore di ricerca, potenziato e personalizzato

Come già detto, ci sarebbe poi un motore di ricerca tutto nuovo e potenziato da strumenti di AI. Le fonti dell’indiscrezione lo descrivono così: “Il nuovo motore di ricerca offrirebbe agli utenti un’esperienza molto più personalizzata rispetto all’attuale servizio della società, provando ad anticipare le loro esigenze”.
Nessuna tempistica indicativa per il lancio, riferisce Punto Informatico, perché in questo caso lo sviluppo sarebbe ancora nelle prime fasi. Le informazioni trapelate fanno riferimento a una modalità d’interazione basata sulla conversazione, richiamando dunque di nuovo alla mente le dinamiche tipiche dei chatbot (come già avviene per il nuovo Bing potenziato da GPT-4). È forse in questo ambito che il progetto Bard potrà esprimere tutte le sue potenzialità,

È arrivato il primo software che assembla il Dna in appena due giorni

Si chiama Verkko, parola che in finlandese significa ‘rete’, ed è il primo software in grado di assemblare un intero Dna in pochi giorni, senza ‘buchi’ e senza errori, a partire proprio da quello dell’uomo.  Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, è stato ottenuto dai ricercatori del National Institutes of Health (NIH), l’agenzia americana per la ricerca sulla salute.
Ora che Verkko è ‘pronto’ promette di imprimere una forte accelerazione nel campo della ricerca, non solo per il genoma umano, ma anche per quello di tante altre specie, oltre ad aprire la strada a una serie di applicazioni nella medicina personalizzata.

Ottenere automaticamente una sequenza completa del genoma umano

La ‘nascita’ del software ha preso avvio dal progetto internazionale Telomere-to-Telomere (T2T), che lo scorso anno ha pubblicato la sequenza più completa e senza lacune del genoma umano.
“Abbiamo preso tutto ciò che abbiamo imparato nel progetto T2T e automatizzato il processo – ha spiegato Sergey Koren, che ha coordinato lo studio -. Ora con Verkko basta premere un pulsante per ottenere automaticamente una sequenza completa del genoma”.
Di fatto, mentre i ricercatori del progetto T2T hanno impiegato anni per completare manualmente quell’8-10% del Dna umano che era rimasto ancora all’oscuro, il software Verkko adesso è in grado di completare lo stesso procedimento solamente in un paio di giorni.

È un po’ come completare un puzzle

Assemblare un’intera sequenza di Dna è un po’ come completare un puzzle nel quale i pezzi possono essere piccoli e dettagliati, oppure grandi ma poco precisi. In pratica, Verkko inizia mettendo insieme i pezzi più piccoli, creando molti segmenti disconnessi tra loro. A questo punto, il software confronta le regioni già assemblate con i pezzi più grandi che ha a disposizione, ovvero, quelli che servono da ‘cornice’ per mettere in ordine le varie parti.

Un sistema che ricostruisce interi cromosomi velocemente

Il prodotto finale è quindi una sequenza genomica dettagliata e completa. I ricercatori hanno già testato le capacità di Verkko con sequenze umane e non, constatando la velocità e la precisione con cui il sistema ha ricostruito interi cromosomi, un compito che un tempo rappresentava un’impresa ardua, riporta Ansa. Più in dettaglio, l’esecuzione di Verkko sul genoma umano HG002 ha prodotto 20 dei 46 cromosomi diploidi assemblati senza lacune, con una precisione del 99,9997%.
Un risultato, riferisce Startupitalia, che va verso la costruzione di database pangenomici completi e genomica comparativa su scala cromosomica. 

I cinque gadget hi-tech irrinunciabili nel 2023

Dagli accessori per lo smartphone ai prodotti per la sicurezza i gadget hi-tech sono tra i prodotti più desiderati. È possibile trovare apparecchi per ogni necessità e preferenza, ma sono 5 quelli particolarmente interessanti, perfetti per portare innovazione nella vita di tutti i giorni.

Il primo è il caricabatterie portatile a luce solare con cellette fotovoltaiche. L’utilizzo continuo di smartphone, tablet e smartwatch comporta un consumo di energia considerevole, ma questo dispositivo permette di caricare i device elettronici senza una fonte di energia elettrica. Le cellette fotovoltaiche sono infatti in grado di produrre elettricità dalla luce del sole fornendo una potenza massima di circa 10 watt. È quindi possibile ricaricare lo smartphone anche all’aperto: basta lasciare esposto il modulo alla luce solare e collegare il device da ricaricare tramite cavetto USB.

Traduttore portatile istantaneo e lucchetto smart con lettore di impronte

Il traduttore istantaneo portatile è un dispositivo compatto da portare con sé per ottenere la traduzione immediata della voce di un interlocutore. I modelli migliori sono i traduttori bidirezionali, e la maggior parte dei dispositivi supporta decine di lingue. Alcuni traduttori sono dotati di schermi LCD per visualizzare il testo tradotto delle conversazioni, altri dispongono di voce artificiale che traduce istantaneamente il parlato dell’interlocutore per ascoltare la conversazione tradotta.

Il lucchetto smart invece permette di chiudere una valigia, un armadietto o bloccare in sicurezza una bici, e si può sbloccare usando l’apposito lettore di impronte digitali. Non serve quindi ricordare la password o portarsi dietro la chiave. Il lucchetto smart si ricarica tramite cavetto USB-C e si controlla a distanza tramite app.

E-cig smart USB

Tra gli e-cig smart USB più interessanti c’è Pulze, un dispositivo scalda tabacco discreto e tascabile, dotato di luci a LED che indicano quando il device è pronto. La e-cig smart di Pulze è predisposta per l’utilizzo degli stick di tabacco iD, progettati per un’applicazione rapida e semplice all’interno del dispositivo I migliori e-cig smart USB si contraddistinguono per un comodo design ergonomico per garantire un’elevata maneggevolezza, diversi colori tra cui scegliere, e tanti accessori compatibili, come i tappi di protezione e un set completo di prodotti per la pulizia rapida, o accurata, a seconda delle circostanze.

Smart wallet con protezione RFID

Il portafoglio smart garantisce maggiore protezione dei propri strumenti di pagamento. Lo smart wallet, infatti, dispone di un sistema di protezione RFID per evitare il rischio di clonazioni e furti di dati sensibili delle carte di credito, di debito e prepagate. Il rivestimento, che funziona da scudo RFID, preserva infatti le carte da attacchi hacker di prossimità. Alcuni modelli, riporta Adnkronos,  dispongono anche di tasche porta sim o microSD, utili per custodire in sicurezza questi piccoli supporti senza mischiarli con altri oggetti. In commercio si possono trovare smart wallet con protezione RFID per tutte le esigenze, compresi modelli di lusso realizzati dalle griffe di alta moda. Accessori, quindi, non solo tecnologicamente avanzati, ma anche esclusivi e di design.

Cybersecurity e compliance sono le sfide maggiori per i CTO

Secondo una ricerca presentata da Lenovo, e realizzata su scala globale su 500 Chief Technology Officer (CTO), la sicurezza informatica e la compliance sono le sfide principali dei top manager che all’interno delle aziende seguono le dinamiche relative allo sviluppo tecnico, informatico e digitale. Lo studio rileva infatti come la maggioranza dei CTO provenienti da Stati Uniti (63%), Brasile (61%) e India (71%) abbia citato la sicurezza informatica come una delle principali sfide che oggi devono affrontare all’interno delle aziende. Ma i CTO di Usa (64%) e Regno Unito (67%) segnalano anche l’importanza della compliance, la conformità ai regolamenti e alle norme, e la compatibilità dell’infrastruttura aziendale e dell’esperienza utente.

Nuova architettura IT e ambiente di lavoro ibrido

Lo studio ha indagato anche le opinioni dei CTO riguardo all’IT tradizionale, e come si evolverà verso una ‘nuova architettura’. Secondo i CTO, dispositivi client, edge computing, cloud computing, rete e Intelligenza Artificiale in futuro lavoreranno insieme per affrontare le sfide del digitale, e fornire soluzioni che promuovano un’ulteriore digitalizzazione globale in tutti i settori. Inoltre, il passaggio all’ambiente di lavoro ibrido sta aumentando l’importanza degli elementi dell’architettura IT. I CTO mostrano di avere una prospettiva positiva sull’architettura tecnologica della loro organizzazione, con il 43% che la definisce ‘migliorata’, il 39% la considera ‘facile da usare’, e solo il 6% la definisce ‘carente’.

Dispositivi intelligenti, Smart IoT, Scenario-Based Solutions

Gli elementi che stanno assumendo importanza crescente nell’ambiente IT aziendale includono dispositivi intelligenti (76%), Smart IoT (70%) e Scenario-Based Solutions (76%).
Guardando al futuro, i CTO hanno notato l’importanza del cloud, del software e dell’informatica come componenti chiave per il futuro di un ambiente di lavoro ibrido, con l’84% che esprime ottimismo per il futuro del cloud ibrido, riporta AGI.
“Questi risultati della ricerca sono incredibilmente preziosi poiché l’industria ICT continua a innovare e costruire nuove capacità tecnologiche per il futuro – ha spiegato Yong Rui, CTO di Lenovo -. Questa ricerca fornisce inoltre informazioni approfondite sulle priorità e sulle aspettative dei CTO globali”.

L’infrastruttura IT del futuro: diffusa, prevista e on demand
“La tecnologia – ha dichiarato Yuanqing Yang, Presidente e CEO di Lenovo – sta trasformando il nostro futuro spazio di lavoro e spazio abitativo in una combinazione di mondi virtuali e fisici, resi possibili dalla potenza della nuova infrastruttura IT che è diffusa, prevista e on demand”.
Per Yang, “il potere dell’innovazione non è solo la digitalizzazione e la smartificazione di tutti i settori, ma anche la soluzione alle più grandi sfide dell’umanità. A tal fine, Lenovo ha raddoppiato l’investimento in ricerca e sviluppo, affinché la tecnologia intelligente possa contribuire in modo efficace a un mondo in rapida evoluzione”.

No alle news ‘troppo deprimenti’ per 4 americani su 10

Nel Paese del quarto potere, gli USA, il 42% dei cittadini, in prevalenza donne, evitano spesso di leggere le news considerate ‘troppo deprimenti’, ovvero, quelle relative alla pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina fino al crescente costo della vita. Si tratta della percentuale più alta al mondo, secondo una recente ricerca di Reuters Institute, che segnala però una tendenza generalizzata, dal 29% al 38% in 5 anni, evidente soprattutto nei Paesi col più alto tasso di trambusto politico, come gli Stati Uniti, il Brasile e la Gran Bretagna. Una tendenza che rappresenta una vera e propria epidemia, in particolare tra gli under 35, che peraltro si informano sempre di più su TikTok e altre piattaforme social, perché le notizie abbassano il morale (36%). Ed è plausibile che nel nostro paese la situazione non sia molto diversa.

Cala il livello di fiducia nei media 

Anche il livello di fiducia nelle news, e nei media che le producono, continua a calare: solo il 42% ci crede gran parte delle volte.
Una percentuale che negli Usa è scesa al record mondiale del 26%, con una decina di punti persi sotto il costante attacco alla stampa della presidenza Trump. Il fenomeno ha spinto esperti e intellettuali a indagare i motivi di questa fuga dal crescente e incessante bombardamento delle notizie. Tra loro Amanda Ripley, riferisce Ansa, una nota giornalista (Time, The Atlantic) e scrittrice americana (autrice del bestseller The Smartest Kids in the World) che ha cominciato a formare giornalisti per coprire diversamente i conflitti polarizzanti, in partnership con il Solutions Journalism Network.

Le notizie sono scoraggianti, ripetitive, di dubbia credibilità

La reporter, che ha raccontato recentemente la sua esperienza sul Washington Post, confessa di aver staccato la spina dalle news per anni dopo essere andata da un terapista, scoprendo che anche alcuni colleghi (in maggioranza donne) facevano altrettanto.
“Se molti di noi si sentono intossicati dai nostri prodotti, potrebbe esserci qualcosa di sbagliato in essi?”, si è chiesta, trovando conferma nella ricerca di Reuters Institute, secondo cui le news sono scoraggianti, ripetitive, di dubbia credibilità e lasciano il lettore con una sensazione di impotenza. Ma, a suo avviso, per spiegare la crescente disaffezione dalle notizie non basta la scarsa fiducia nei media o il loro modello di business basato sul presunto appeal della negatività.

Non siamo equipaggiati a ricevere immagini catastrofiche 24/7

Di fatto la stampa ignora la capacità di metabolizzare una valanga perpetua di cattive notizie. “Non penso che siamo equipaggiati, psicologicamente o mentalmente a ricevere notizie e immagini catastrofiche e disorientanti 24/7”, spiega Krista Tippett, premiata da Barack Obama con la medaglia per gli studi umanistici. Intervistando altri esperti, tra medici, scienziati e psicologi, Ripley è arrivata alla conclusione che ai media mancano tre ingredienti: la speranza (la cui assenza genera depressione, ansia, malattie), l’azione e la dignità. I reporter, quindi, dovrebbero trovare un modo per far intravedere la speranza dietro la paura, per convertire la rabbia in possibili soluzioni, per accostarsi a tutti con rispetto.

Il pharma delivery cresce, e si evolve oltre la pandemia

Se la pandemia ha avuto un effetto booster sull’home delivery, oggi la consegna a domicilio del farmaco è un’abitudine consolidata, a cui pochi consumatori sono disposti a rinunciare. Il servizio di pharma delivery oggi è infatti fondamentale per 9 utenti su 10. Per il 93% è importante che le farmacie siano dotate di un sistema di consegna a domicilio e per il 98% il recapito in giornata dei prodotti è un requisito essenziale per la fidelizzazione con il punto vendita. Sono i dati emersi da un’indagine effettuata a dicembre 2021 da Pharmap, player italiano del settore, per indagare il comportamento dei consumatori iscritti alla piattaforma.

Un trend in continua evoluzione

La rilevazione conferma quindi un trend in continua evoluzione, ed evidenzia alcune novità. La prima riguarda la capacità di Pharmap di incrementare il rapporto di fiducia tra farmacia e utenza: oltre il 60% degli intervistati dichiara di ordinare sempre dalla stessa farmacia, e di questi più della metà (51,9%) è diventato un cliente abituale.  L’azienda, inoltre, gioca un ruolo chiave nel fidelizzare i consumer: il 44% degli utenti intervistati si dichiara, infatti, fedele alla farmacia di riferimento da quando offre il servizio di delivery.

Un servizio divenuto irrinunciabile

L’altro dato che emerge è la crescita dell’utilizzo dell’home delivery farmaceutico da parte delle persone. Il 77,7% dichiara di ricorrervi più spesso in epoca post-pandemica perché si è ormai abituato alla comodità del servizio (47%) o per la possibilità di ricevere a domicilio anche i farmaci con ricetta (32%). Il servizio è anche apprezzato in tutti quei casi in cui, recandosi di persona in farmacia, il prodotto non risulti immediatamente disponibile (situazione che si verifica nel 40% dei casi). Un cliente su 4 si dichiara infatti poco propenso a ritornare sul punto vendita per ritirare il prodotto prenotato e preferirebbe, piuttosto, riceverlo a casa.

Le farmacie si adeguano alle nuove esigenze dei cittadini 

 “Che il servizio di consegna a domicilio del farmaco sia diventato sempre più strategico per le farmacie non lo confermano solo i nostri dati – dichiara ad Askanews Giuseppe Mineo, ceo di Pharmap -. Una recente ricerca di Channel&Retail Lab, l’Osservatorio della Sda Bocconi, ha rilevato che un cliente su due è pronto a cambiare esercizio se la sua farmacia di fiducia non dispone del servizio di home delivery. Le farmacie, che con la pandemia hanno accelerato la loro evoluzione in ‘farmacie dei servizi’, non possono quindi più fare a meno di adeguarsi a questo trend per rispondere alle nuove esigenze di salute dei cittadini”.

Quali sono le domande più frequenti poste ad Alexa?

Amazon conosce l’importanza della voce, per questo l’ha resa il cuore di Alexa, uno dei suoi servizi principali. Con il solo utilizzo della voce Alexa infatti semplifica l’organizzazione delle nostre giornate, scioglie molti dubbi, e ci aggiorna su quanto succede nel mondo. Gli ingegneri linguistici di Amazon lavorano costantemente affinché la voce di Alexa risulti sempre più naturale, piacevole e amichevole. In questi 3 anni e mezzo dal suo arrivo in Italia, Alexa ha infatti imparato a parlare la nostra lingua rispettandone ritmo, punteggiatura, e imparando a riconoscere gli accenti e i dialetti delle varie regioni. Ma quali sono le domande più frequenti poste dagli utenti italiani a cui Alexa ha risposto nei primi mesi del 2022?

Da “quando è stata distrutta Pompei?” a “chi ha vinto Sanremo?”

Tra le domande più gettonate ci sono quelle di stampo storico, come ad esempio, “Alexa, quando è stata distrutta Pompei?”, oppure “quanti anni ha la regina Elisabetta?”. Ma Sanremo è stato tra i topic più discussi, e la domanda più frequente è stata chi ha vinto Sanremo, o anche qual è l’età di Gianni Morandi, Blanco e Ornella Muti. Molte le domande anche su eventi di attualità e politica, come ad esempio in occasione della rielezione del Presidente della Repubblica, quando tanti utenti hanno chiesto quanti anni ha Mattarella. Più di recente, molti hanno chiesto ad Alexa cosa sta succedendo in Ucraina, chi è Putin e cosa ne pensa Alexa di questa situazione.

Tra quesiti sportivi e imitazioni di coccodrilli

Molte richieste degli utenti in Italia hanno riguardato gli eventi in calendario e le vacanze. Tra le domande più comuni, “quanto manca all’estate”, “quando è Pasqua?” e “quando è la Festa della Mamma?”. Anche gli eventi sportivi hanno suscitato molta curiosità: gli utenti hanno chiesto infatti come sono andate le Olimpiadi, “quando gioca la Juve? e “quando gioca il Napoli?”.
Ma Alexa è riuscita ad accontentare anche le richieste dei più piccoli, tra imitazioni di leoni e coccodrilli e la riproduzione di canzoni per bambini. Tra le richieste più curiose c’è sicuramente “Alexa, smonta l’albero di Natale’, l’unica a non essere stata esaudita.

Il numero di utenti attivi è cresciuto dell’80%

“Alexa è entrata nelle case dei clienti in Italia poco più di 3 anni fa, diventando giorno dopo giorno un vero e proprio membro aggiuntivo della famiglia – spiega Giacomo Costantini, Business Development Manager di Amazon Alexa -. Lo dimostrano le interazioni, oltre 5 miliardi nel 2021 in Italia, e il numero di utenti attivi, cresciuto dell’80% anno su anno. I clienti si affidano ad Alexa per rispondere ad alcune loro curiosità, ma anche per tenersi aggiornati su ciò che accade in tema di attualità. Sanremo, la rielezione del Presidente Mattarella, quanto sta accadendo in Ucraina, sono sicuramente tra le più ricorrenti nell’ultimo periodo”.