Settimana corta: in tanti Paesi sperimentarla è la regola 

Nel nostro Paese non esiste ancora una normativa sulla Four Days Week, la settimana lavorativa di quattro giorni, ma alcune aziende hanno volontariamente ridotto l’orario di lavoro. E di recente Intesa Sanpaolo ha offerto ai suoi 74mila dipendenti la possibilità di concentrare il monte ore settimanale su quattro giorni anziché cinque, e di estendere lo smart working fino a 120 giorni l’anno. Uno dei primi paesi a testare tra il 2015 e il 2019 la Four Days Week per 35-36 ore di lavoro è stata l’Islanda. E i risultati sono stati buoni, con le imprese che hanno registrato una maggior produttività e l’86% dei dipendenti che ha scelto i quattro giorni all’insegna del ‘meno stress’. Anche la Svezia, gli Stati Uniti e il Giappone stanno sperimentando l’adozione di questa formula lavorativa. Insomma, esperimento dopo esperimento, la Four Days Week sta diventando realtà.

In Gran Bretagna coinvolte 61 imprese

Ma è in Gran Bretagna che è stato condotto il test più corposo. Tra giugno e dicembre dell’anno scorso hanno sperimentato la Four Days Week 61 imprese con quasi tremila dipendenti: aziende di software, di recruitment, industrie, società no profit e di ristorazione. I risultati sono andati al di là di ogni aspettativa. Delle 61 che avevano iniziato il test, 38 hanno esteso la sperimentazione della settimana corta e 18 hanno deciso di adottarla per sempre. E anche la Spagna nell’autunno del 2021 ha avviato un test triennale, con l’obiettivo di ridurre a 32 ore su quattro giorni la settimana lavorativa. 

I benefici della Four Days Week

In Nuova Zelanda invece le sperimentazioni sono iniziate nel 2018, introdotte da società come Unilever e poi rilanciate dal Governo, mentre il Belgio nel 2022 ha introdotto la settimana corta ma senza tagliare le ore. L’idea è stata di concentrarle in quattro giorni previo accordo tra datore di lavoro e dipendente, con un periodo di prova di sei mesi. Ma quali sono i vantaggi? I benefici della Four Days Week sono innegabili. Al di là della miglior produttività e del benessere del dipendente, non vanno dimenticati quelli ambientali. Lavorare quattro giorni anziché cinque per i pendolari significa risparmiare chilometri e per le aziende utilizzare meno energia elettrica e riscaldamento.

Qualche difficoltà da superare

Digitale a parte, in alcuni settori tradizionali rimodellare l’intera organizzazione su quattro giorni non è sempre facile. Come segnala l’Osservatorio del Politecnico di Milano, vanno anche considerati gli impatti sui processi operativi e sulla necessità di coordinamento tra chi lavora quattro e chi cinque giorni, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda.  Poi ci sono Paesi, come l’Italia, dove si lavora molto in termini di ore, ma con un basso livello di produttività. Quindi, riporta Ansa, l’introduzione della settimana breve andrebbe accompagnata a misure in grado di aumentare una produttività finora poco brillante.