Viaggi d’affari e sicurezza dei dati: il 65% dei viaggiatori non si sente al sicuro

Solo il 35% dei viaggiatori d’affari si sente molto sicuro di non compromettere la sicurezza dei dati della propria azienda durante la trasferta. E se i viaggiatori americani risultano molto più tranquilli (46%) rispetto a quelli dell’Asia Pacifico (28%) o dell’Europa (27%), la percentuale scende addirittura al 22% per i viaggiatori d’affari italiani. Secondo il CWT Safety & Security Study, una ricerca ideata da Carlson Wagonlit Travel e condotta da Artemis Strategy Group sui viaggi d’affari e la sicurezza dei dati, c’è ancora molto da fare per educare i viaggiatori su come proteggere i dati della loro azienda.

Solo il 3% degli intervistati provenienti dal nostro Paese si preoccupa

Solo il 3% degli intervistati italiani si dichiara preoccupato, ma la loro percezione del problema è abbastanza simile a quella dei colleghi stranieri. In generale le tre situazioni percepite come più pericolose dagli intervistati sono il furto o la perdita dei computer portatili o di altri dispositivi mobili (29%), l’uso di un Wi-Fi pubblico (21%), e il lavoro sul proprio laptop o dispositivo in luoghi non protetti (9%). A queste fanno seguito la condivisione involontaria di documenti aziendali (9%), l’accesso alle e-mail aziendali (8%), l’apertura di un file o di un sito non consentito (8%) e la disponibilità di documenti cartacei (6%).

Quasi la metà dei viaggiatori d’affari ha vissuto una violazione della sicurezza

Quasi la metà dei viaggiatori d’affari (46%) ha vissuto una violazione della sicurezza, percentuale che si riduce al 37% per i viaggiatori d’affari della Penisola. Inoltre, il 37% degli intervistati (36% per gli italiani) ha ammesso di aver scaricato file da mittenti non identificati, e la stessa percentuale ha aperto un’email di phishing (27% per gli italiani).

Fortunatamente, la maggior parte dei viaggiatori ha preso provvedimenti quando è venuta a conoscenza di una violazione della sicurezza o dei dati. Il 37% degli intervistati italiani ha notificato tempestivamente l’evento al dipartimento IT e il 31% ha spento subito il dispositivo, mentre il 25% ha riportato tutto all’azienda. Il 67% degli intervistati italiani inoltre ha confermato di saper segnalare un’email di phishing in modo appropriato.

“Consapevolezza e la formazione sono fondamentali per difendersi dalle violazioni”

“La consapevolezza e la formazione sono fondamentali per difendersi da possibili violazioni della sicurezza”, dichiara Andrew Jordan, Executive Vice President e Chief Technology Officer di CWT. Ma, sempre secondo la ricerca, meno del 20% dei viaggiatori d’affari ha dichiarato di aver ricevuto dalla propria azienda diverse comunicazioni formali o indicazioni sulla sicurezza dei dati e di Internet. E appena il 34% ha ricevuto alcune indicazioni su cosa non fare.

Per l’Italia quest’ultima percentuale sale al 41%, mentre si riduce all’11% quella di chi dichiara di ricevere comunicazioni formali e frequenti.